Sul Lungomare di Ostia Ponente le nuove piante, inumate nelle aiuole di fronte alla spiaggia lo scorso novembre, si stanno seccando. A darne notizia è Francesco Vitolo, presidente 5 Stelle della Commissione Ambiente presso il Decimo Municipio, che attribuisce la colpa ai padroni dei cani, che permettono agli animali di utilizzarle come orinatoi.
“Non ci vuole certo un dottore in Agraria per comprendere che il carico inquinante delle deiezioni canine su una striscia di terreno tanto stretta, di fatto una aiuola, è troppo alto“, dichiara il consigliere in un post su Facebook.
“Ci sono piantine posate da poco rispetto alle quali l’invasiva pioggia di urina dei cani non è certo un modo per aiutarle a crescere. Tutto questo poi con una spiaggia che almeno nel contesto invernale consente di far sgambare l’amico cane pochi metri più in là, sempre con l’accortezza di raccogliere le deiezioni”, sottolinea Vitolo.
A causare l’essiccazione delle piante tuttavia non sono i cani, spiega l’architetto paesaggista Franco Pirone, ma la scelta sbagliata delle specie e soprattutto il periodo errato in cui sono state piantate. “Gli arbusti sono stati piantati tra novembre e dicembre”, spiega ai nostri microfoni. “Un periodo sbagliatissimo per l’inumazione, perché le piantine appena interrate si trovano ad affrontare il freddo e le gelate invernali”, dichiara.
“Il periodo adatto è quello di febbraio-marzo, come noto. Il clima volge verso temperature più miti, preparandosi alla primavera, e permettendo ai giovani virgulti di crescere e rinforzarsi”, afferma Pirone.
“Invece il Municipio ha scelto di eradicare i cespugli e gli arbusti messi in precedenza: specie particolarmente adatte a sopravvivere al clima e alla particolare composizione dell’aria di Ostia”, prosegue.
“La città infatti, oltre al clima tipicamente marino, subisce l’influenza dei tensioattivi (i residui chimici dei saponi) che il Tevere scarica in mare. Tensioattivi che vengono trasportati dal vento e che inquinano l’aria, finendo per far ammalare tutte le piante che non hanno una capacità intrinseca di resistere a questo particolare fenomeno“, spiega ancora l’architetto paesaggista.
“Le uniche piante in grado di resistere al particolare connubio di aerosol tipico dell’aria di Ostia, ovvero la salsedine marina e i tensioattivi inquinanti, sono la Vestringia Fruticosa, il Limone Astrum e gli alberi della specie dei Tamerici”, continua Pirone. “Tutte piante che erano state selezionate e piantate in precedenza, e che erano in perfetta salute: sarebbe bastato sfoltirle, potarle. Invece il Municipio le ha eradicate, mettendo al loro posto cespugli inadatti”.
“Ora le nuove piante, inumate dal Municipio a novembre, difficilmente potranno crescere. E i cani non c’entrano proprio nulla“, conclude Pirone.
INVESTIMENTI E INSUCCESSI
Si calcola che finora l’amministrazione, tra Campidoglio e X Municipio, abbia sprecato oltre 300mila euro per gli insuccessi conseguiti nel piano di riqualificazione vegetativa di lungomare Duca degli Abruzzi. Nel video che mostriamo, l’allora assessora comunale all’Ambiente, Montanari, insieme con alcuni botanici, magnificava la posa delle prime piantine avvenuta il 25 ottobre 2017. Quell’operazione da 250mila euro di spesa, presentata in piena campagna elettorale per l’elezione del Consiglio del X Municipio, si disse che influenzò in qualche modo il giudizio dei residenti di Nuova Ostia. Purtroppo, però, le essenze mediterranee, si essiccarono e vennero ripiantate per ben quattro volte. I lavori di riqualificazione, iniziati solo nell’Epifania del 2019, si bloccarono dopo poche settimane suscitando persino la protesta della Giunta locale contro il Campidoglio: ci si accorse che il progetto mancava del piano d’irrigazione e ai 250mila euro si aggiunse un ulteriore finanziamento di 50mila euro circa.
A settembre 2020, un ulteriore impegno di spesa: con la dd 2047 si procedeva all’affidamento diretto di “Lavori di completamento del Lungomare Duca degli Abruzzi – Municipio X” per quasi 35mila euro ulteriori. E la storia non sembra finita qui.
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