Pfizer taglia di un terzo le dosi di vaccino pattuite. Arcuri minaccia ritorsioni legali

Vaccino covid, la statunitense Pfizer decide di ridurre di un terzo le dosi pattuite in consegna all'Italia. Arcuri infuriato, poi la parziale marcia indietro del colosso farmaceutico

Il colosso farmaceutico statunitense Pfizer annuncia un taglio del 29 per cento delle dosi pattuite, destinate all’Italia. Una decisione unilaterale, che ha suscitato una dura presa di posizione da parte del Commissario Straordinario all’Emergenza Domenico Arcuri, che promette reazioni ad ogni livello.

“La Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane”, dichiara Arcuri.

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“Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue”, prosegue il Commissario.

“La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura”.

Il Commissario all’emergenza, preso atto della gravità della comunicazione e dell’incredibile tempistica, ha inviato una risposta formale a Pfizer Italia nella quale esprime il proprio disappunto e in cui indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture, chiedendo l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi.

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Con un terzo di dosi in meno diventa, infatti, impossibile effettuare la seconda dose. Per tutti i vaccini il richiamo è una condizione indispensabile per garantire l’immunizzazione dal virus. Ad eccezione di quello tutto italiano, realizzato dallo Spallanzani, denomitato Reithera. Che, però, non sarà pronto prima di giugno.

In Italia abbiamo raggiunto il primo milione di somministrazioni, a dimostrazione che la campagna di vaccinazione è stata avviata a ritmi che non hanno pari in nessun altro Paese Ue”, sottolinea Arcuri.

E spiega: “L’ipotesi di iniziare la somministrazione del vaccino agli “over 80”, di provvedere alla seconda dose per il personale sanitario e socio sanitario e per gli ospiti delle Rsa, senza la totalità delle dosi necessarie porta quindi un grave problema al suo proseguimento. E penalizzare l’Italia è assai più grave, considerando lo sforzo sinora profuso da tutte le Regioni per accelerare l’andamento delle somministrazioni”, fa sapere il Commissario.

“Ho chiesto a Pfizer di rivedere i propri intenti e auspico di non essere costretto a dover tutelare in altro modo il diritto alla salute dei cittadini italiani”, attacca poi Arcuri.

Dopo le proteste la parziale retromarcia di Pfizer

A fronte della dura presa di posizione dell’Italia la casa farmaceutica oggi, 16 gennaio, annuncia una parziale retromarcia: grazie a un piano di produzione incrementato il ritardo dovrebbe essere ridotto a una sola settimana, al posto delle quattro paventate.

Il piano “permetterà di aumentare la capacità di produzione in Europa e di fornire molte più dosi nel secondo trimestre”, fa sapere Pfizer in una nota.

Torneremo al calendario iniziale di distribuzione all’Ue a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento delle consegne dalla settimana del 15 febbraio. Per farlo, alcune modifiche al processo di produzione sono ormai necessarie”, conclude la casa farmaceutica.

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