Fiumicino, cercasi spazio da dedicare alla memoria di Franco Citti

Una strada, un luogo simbolo di Fiumicino da dedicare a Sergio e Franco Citti. E' la proposta partita dai social proprio nel giorno dell'anniversario del quinto anno della scomparsa del regista e attore Franco Citti

Una strada, una piazza o un luogo simbolo di Fiumicino da dedicare a Sergio e Franco Citti. E’ la proposta partita dai social proprio nel giorno dell’anniversario del quinto anno della scomparsa del regista e attore Franco Citti, che abitava proprio a Fiumicino.

L’idea ha raccolto subito pareri favorevoli bipartisan, a cominciare da quello dell’ex consigliere di opposizione Mauro Gonnelli che ha dichiarato: “Sosterrò quest’iniziativa per riconoscere a Franco Citti un’identità fiumicinese. Ha rappresentato la storia di questo paese, essendo stato protagonista di perle della cinematografia italiana”.

“E’ bene che i giovani se lo ricordino. Per me che sono nato negli anni ’60, vederlo passeggiare a Fiumicino è sempre stato un motivo d’orgoglio. E’ stato legato a strade e marciapiedi di questo territorio, sempre con la stessa semplicità che aveva caratterizzato tutti i suoi personaggi”.

Il vicesindaco e l’assessore all’Urbanistica del comune di Fiumicino Ezio Di Genesio Pagliuca ha dichiarato: “Il 14 gennaio di cinque anni fa ci lasciava l’attore Franco Citti, fratello dello sceneggiatore Sergio ed entrambi noti per il loro sodalizio artistico con Pier Paolo Pasolini”.

“Franco, cresciuto nella borgata romana, era un “ragazzo di vita” come lui stesso amava definirsi. Un ruolo cucito sulla pelle e restituito al pubblico con profonda verità nella pellicola “Accattone” diretta da Pasolini nel 1961”.

“Entrambi i fratelli Citti avevano vissuto proprio a Fiumicino, raccontandone con poetica popolare ma intensa ogni sfaccettatura. In particolare Franco, che a Fiumicino ha trascorso gli ultimi anni di vita, non ha mai nascosto il suo legame forte con il nostro territorio. E con quel mare “che non assomigliava a nessun mare del mondo” e che tanto gli ricordava la sua infanzia”.

“Il nostro Comune è stato set e casa di tanti grandi interpreti del nostro cinema e Franco Citti è tra questi. Certamente rendergli omaggio dedicandogli un luogo del nostro territorio sarebbe il giusto riconoscimento ed è un’idea che come Amministrazione abbiamo nei nostri piani”.

L’assessore alle Politiche Scolastiche e Giovanili Paolo Calicchio ha affermato: “Se ci fosse anche un movimento popolare e una raccolta firme da presentare in consiglio comunale per essere votato all’unanimità sarebbe ancora meglio. Desidero un percorso bipartisan, senza ideologie, che raggiunga il consiglio comunale. Penso sia la cosa più trasparente”, spiega Calicchio.

Tra le idee rilanciate dai social: l’intitolazione di una sala del prossimo Auditorium o della piazzetta che sorgerà su via di Torre Clementina. “Va bene qualsiasi ipotesi – specifica Calicchio – l’importante è tramandare ai posteri la figura di Franco Citti. Ci sono tanti luoghi del comune di Fiumicino che possono essere adatti. Penso anche alla biblioteca o alla videoteca. Lasciamo che il popolo si esprima”.

La storia di Franco Citti

Cresciuto con il fratello Sergio nella borgata romana della Marranella, di professione manovale, Franco viene scoperto da Pier Paolo Pasolini ed apprezzato per i suoi tratti spiccatamente romaneschi; così nel 1961 il regista lo sceglie per il ruolo di protagonista del suo film d’esordio Accattone.

L’anno seguente è Carmine, il protagonista di Mamma Roma insieme ad Anna Magnani, e ancora Tommaso in Una vita violenta di Paolo Heusch e Brunello Rondi. Nel 1967 è Edipo nel film Edipo Re. L’anno dopo è un trafficante d’armi in Somalia nel film di denuncia Seduto alla sua destra di Valerio Zurlini.

Tornerà nuovamente a essere diretto da Pasolini. È un cannibale in Porcile (1969), Ser Ciappelletto ne Il Decameron (1971), Satana ne I racconti di Canterbury (1973) e un demone ne Il fiore delle Mille e una notte (1974).

Nel 1970 è il protagonista del film Ostia, esordio alla regia del fratello Sergio. Interpreterà per lui altri film, scritti dal fratello assieme all’amico Vincenzo Cerami, come Storie scellerate (1973), Casotto (1977) e Il minestrone (1981). Nel 1972 e nel 1990 interpreta il ruolo di Calò ne Il padrino e Il padrino – Parte III entrambi diretti da Francis Ford Coppola.

Nel 1998 ha esordito nella regia dirigendo, «con la fraterna collaborazione di Sergio Citti» (come recitano i titoli di testa), se stesso e Fiorello in Cartoni animati, ultimo respiro della poetica pasoliniana, dove Citti torna quasi a rivestire il ruolo di Accattone.

Ha partecipato inoltre al documentario di Ivo Barnabò Micheli “A futura memoria” (1985) e a quello di Laura Betti “Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno” (2001). È stato attivo anche in teatro (I giganti della montagna e Tamerlano, nel 1989, per la regia di Carlo Quartucci) e in televisione con I promessi sposi (1989), di Salvatore Nocita.

Malato da tempo, è morto la sera del 14 gennaio 2016 nella sua abitazione di Fiumicino, all’età di 80 anni. La notizia è stata data dall’amico Ninetto Davoli.

Ai funerali, nella parrocchia Santa Maria Stella Maris di Fiumicino, oltre a Ninetto Davoli, a Paolo Pilati “Tarzanetto”, uno dei “ragazzi di vita”, e ai produttori cinematografici Gianfranco Piccioli e Francesco Torelli, non c’erano altre figure del mondo della cultura e del cinema italiano. Un funerale “semplice” come quello che, forse, avrebbe voluto lo stesso Franco.

Franco Citti è stato poi tumulato nel cimitero di Santa Ninfa, che si trova tra Fiumicino e Maccarese.

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