Il Piano Mobilità della Regione Lazio non piace ai Comitati pendolari delle ferrovie regionali Roma Lido, Roma Nord e Roma Giardinetti. « i soldi del Recovery Fund non servono – dicono – sono necessari interventi da applicare da subito.»
La Giunta della Regione Lazio ha varato il nuovo Piano Mobilità e Trasporti. Tra gli interventi infrastrutturali stabiliti dal Piano spicca la diramazione della Roma-Lido Madonnetta-Fiera di Roma- Fiumicino Aeroporto-Fiumicino città. Nell’area romana si punta sulla chiusura dell’anello ferroviario di Roma, e sulla trasformazione in linea metropolitana della FL5 Roma-Civitavecchia, con adeguamento del nodo di scambio della stazione San Pietro. Potenziamento in vista anche per la FL8 Roma-Nettuno-Latina.
Il piano non piace però ai comitati dei pendolari che in una nota congiunta commentano con parole dure l’annuncio del Piano considerato l’ennesima promessa mancata.
«7,6 miliardi di investimenti (promessi da qui a vent’anni), comprese 3 miliardi di promesse per le ferrovie regionali, di cui 970 milioni già solo per la Roma Nord e per la Roma Lido e 400 milioni per una nuova linea su ferro, tra Madonnetta-Acilia- Aeroporto e Fiumicino paese – scrivono i comitatiPendolari Roma Ostia – Comitato Pendolari Roma Nord – Sferragliamenti dalla Casilina in una nota congiunta – i vertici politici e i loro addetti stampa non guariscono mai dall’epidemia di “Annuncite”.»
«Noi cittadini del Lazio ed assidui frequentatori delle sgangherate ferrovie regionali Roma Lido, Roma Nord e Roma Giardinetti, ci siamo vaccinati da tempo contro tale malattia contagiosa, endemica nell’amministrazione italiana – continunano – più leggiamo di “potenziamenti” del trasporto pubblico e “aumento” delle corse o rinforzo delle linee, e più misuriamo le solite carenze dei mezzi e il taglio delle corse, il mancato avvio di opere promesse da anni, la scomparsa dei nuovi mezzi promessi. Capiamo che per lor Signori è ben più facile risolvere, chiudendo i giovani delle superiori a casa.»
«A dicembre 2019 Zingaretti capisce che il malato è grave e dichiara che “è ora di cambiare” la terapia, che “la Roma Lido fa schifo”, e che sulle due più frequentate ferrovie regionali subentreranno subito due società, sotto il diretto controllo regionale, Astral e Cotral (le stiamo ancora aspettando, mentre della Giardinetti non s’ha più traccia); era una conferenza convocata “sul campo”, nel cantiere della stazione sotterranea Flaminio della Roma Nord (fermo all’ora già da due anni).»
«Almeno le manutenzioni periodiche e straordinarie dei vecchi treni, gli unici oggi disponibili sulle tre disastrate ferrovie regionali, saranno fatte regolarmente da ATAC o da Astral o da chi ne sia in grado: ma in grado non è più neppure Astral, cui è andata deserta la gara da 38 milioni cui erano affidate le speranze di urgente manutenzione dei famigerati treni MA200 della Roma Lido e dei Firema e Alstom della Roma Nord. No. A Roma e nel Lazio non servono i fondi del Recovery Fund; serve importare con urgenza politici dal nord Europa e amministratori cinesi o coreani, ma pure vietnamiti.»
«Dalla sig.ra Ursula von der Leyen meglio non farsi mandare neppure un euro delle decine di miliardi promessi; saranno anche questi soldi mal spesi, tardi e a debito, che graveranno sui nostri nipoti, visto che sui nostri figli già gravano anche i 970 e più milioni di promesse che Zingaretti, la Regione, con la corresponsabilità di ATAC e Roma Capitale, non sono risusciti a realizzare in questi ultimi 8 anni.»
Secondo i comitati quello che è necessario sono una serie di interventi non più rimandabili. Tra questi prevedere corse in più anche con l’ausilio di pullman turistici
Tra questi: ristabilite l’orario dei treni sulla Roma Nord e sulla Roma Giardinetti, riaprire all’esercizio ferroviario la tratta Centocelle-Giardinetti, ristabilire sulla Roma Lido l’orario ufficiale in vigore fino a febbraio 2020, che prevede il 20% di corse in più di quelle attualmente erogate da ATAC, riaprire in tutte le stazioni e fermate delle ex concesse ascensori e scale mobili, affidare a tutte le società disponibili, al noleggio di pullman turistici, oggi fermi nelle rimesse, corse di rinforzo, aggiuntive e non sostitutive, delle tratte ferroviari regionali negli orari più frequentati, mantenere fino a fine emergenza la percentuale di occupabilità dei mezzi pubblici al 50% dei posti previsti dai costruttori, ma al netto delle zone rese non agibili su molti mezzi.
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