Per bar, ristoranti, trattorie ed agriturismi oggi è il giorno della ripresa dopo il lungo periodo di lockdown delle feste che ha provocato una perdita di 750 milioni per la cancellazione dei tradizionali pranzi e cenoni di Natale e Capodanno. In arrivo nuove manifestazioni di protesta
Per bar, ristoranti, trattorie ed agriturismi oggi è il giorno della ripresa dopo il lungo periodo di lockdown delle feste che ha provocato una perdita di 750 milioni per la cancellazione dei tradizionali pranzi e cenoni di Natale e Capodanno.
È quanto afferma la Coldiretti a proposito del ritorno temporaneo della zona gialla durante la quale i 360 mila locali della ristorazione possono tornare a servire al tavolo e al bancone. Nonostante il via libera, fa notare la Coldiretti, molte strutture hanno deciso di non riaprire per le difficoltà e la situazione di incertezza dovute all’assenza di turismo, allo smart working e alla diffidenza ancora presente tra i cittadini con l’avanzare dei contagi da Covid; un insieme di fattori che ha portato ad un preoccupante calo del giro di affari.
Tutti questi locali, inoltre, dovranno richiudere il 9 e il 10 quando tutta Italia sarà nuovamente zona arancione.
Nel 2020 i consumi fuori casa degli italiani, ricorda la Coldiretti, sono crollati del 48%, impattando fortemente sulla vendita di molti prodotti agroalimentari e sulle 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole lungo la filiera.
Massimiliano Mazzuca, presidente dell’associazione Lungomare della Salute di Fiumicino dichiara: “Oggi sul lungomare ho contato tre ristoranti aperti su 20. Nonostante siano arrivate alcune prenotazioni, la maggior parte dei ristoratori ha deciso di restare chiuso e ricominciare da lunedì 11, anche se per la conferma dovremo aspettare la nuova ‘colorazione’ delle Regioni, che sarà decisa dal Governo nelle prossime ore“.
“Purtroppo si vive sempre alla giornata, non c’è programmazione, per chi ha un numero di dipendenti molto elevato è impensabile aprire per due ‘mezze giornate’ e richiudere nel fine settimana. Secondo me questa disposizione del Governo non ha logica. I ristoranti si possono controllare a qualsiasi ora, non c’è motivo di farli restare chiusi”.
“I ristori? Stanno arrivando, ma alcuni ancora non hanno ricevuto il bonus riguardante il periodo dal 27 ottobre al 23 dicembre. In tutti i casi la quota dei ristori è di gran lunga minore rispetto alla cifra che avremmo potuto fatturare rimanendo aperti in questo periodo“, ha concluso Mazzuca.
Valeria Strappini, presidente Confcommercio Ostia Litorale Sud afferma: “I ristoratori sono disperati, presto faremo un’altra manifestazione pacifica. Non ha senso aprire due giorni, e poi restare chiusi sabato e domenica. La nostra preoccupazione è che il governo continui con le zone arancioni nei weekend, giorni in cui i ristoranti potenzialmente hanno la possibilità di fare maggiore incasso“.
“Non riusciamo a capire perché il Governo ci chiude. L’ingresso ai nostri locali è contingentato, non c’è rischio. L’impressione è che il Governo vieti, perché non c’è un piano pandemico chiaro. Abbiamo dato fondo ai nostri risparmi per sostenere aziende e famiglie. I ristori non sono sufficienti a coprire le spese. Oggi al centro di Ostia hanno aperto 2 ristoranti su 10, in tutto il quartiere solo il 30%“, conclude Strappini.
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