Anche il Lazio tra le 7 regioni considerate idonee per accogliere le scorie nucleari. E’ stata infatti elaborata la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi.
La proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee in Italia al deposito delle scorie nucleari
La CNAPI costituisce il primo passo di un percorso condiviso e partecipato che porterà a individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi e il Parco Tecnologico.
Elaborata da Sogin, la proposta di CNAPI è stata validata da ISIN (ex ISPRA), e successivamente dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. La sua pubblicazione, autorizzata con nulla osta ministeriale del 30/12/2020, insieme a quella del progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, apre la fase di consultazione pubblica.
Le varie tappe verso la costruzione del deposito
La fase di consultazione dei documenti dovrebbe durare circa due mesi. Al termine di questo primo step, si terrà nell’arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale.
Questo sarà l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere.
In base alle osservazioni e alla discussione nel Seminario Nazionale Sogin aggiornerà la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del ministero dello Sviluppo economico, dell’ente di controllo Isi, del ministero dell’Ambiente, e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
In base a questi pareri, il ministero dello Sviluppo economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee.
La Cnai sarà quindi il risultato dell’aggiornamento della Cnapi, sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica e dovrebbe essere una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini.
Solo al termine di questa fase potranno pervenire le candidature dei Comuni.
Le regioni italiane idonee ad accogliere le scorie nucleari
Sono 7 le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale. Nello specifico si tratta di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nella Tavola generale allegata alla Cnapi (Carta nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi) sono indicati anche i Comuni interessati nelle sette regioni.
In tutto sono 67 i luoghi idonei a ospitare il deposito di rifiuti radioattivi. È quanto emerge dalla pubblicazione della Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi).
Le aree potenzialmente idonee nel Lazio
Ecco una rappresentazione grafica semplificata delle aree della nostra regione individuate nella CNAPI come potenzialmente idonee ad ospitare le scorie nucleari.
Come si vede dalla mappa si tratta di Comuni del nord del Lazio, per lo più gravitanti nell’area del viterbese. Tra questi, guardando a destra della mappa: Corchiano, Gallese, Vasanello, Vignanello, Soriano nel Cimino. Spostandosi, invece, verso il mare troviamo: Tarquinia, Tuscania, Canino, Montalto Di Castro, Arlena Di Castro, Tessennano, Piansano, Cellere, e Ischia di Castro.
(Vai qui per consultare l’intera mappa)
Come verrà costruito il deposito
Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. È quello che si evince dalla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee e dei documenti correlati, così come spiega il ministero dell’Ambiente.
Il deposito avrà “una struttura a matrioska“; all’interno ci saranno 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, in cui verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati. In totale saranno ospitati circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività.
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