La proposta di Francesco Gatti, presidente di AssoHotel, per dare respiro alle attività. Favorevoli anche gli imprenditori del Litorale
Riaperture Spa e convegni: il presidente di AssoHotel Roma non perde tempo e a due giorni dall’avvio in Italia della campagna di vaccinazione contro il coronavirus lancia un appello al Governo e chiede di riaprire Spa e convegni a chi ha fatto il vaccino. La proposta trova il favore anche degli imprenditori del settore del Litorale
«Sarebbe auspicabile permettere di riaprire alcune attività ancora sospese, come le spa e i convegni, garantendo l’accesso almeno a chi è vaccinato – dichiara Francesco Gatti, presidente di AssoHotel, l’associazione di categoria che riunisce circa 300 albergatori di Roma – oltre ad essere una precauzione per i clienti, per noi sarebbe utilissimo perché questo serve a tenere occupata in albergo qualche camera in più. Il tutto a condizione che chi si presenta abbia fatto il vaccino. Esibire il certificato per entrare negli hotel, sarebbe invece complicato, perché nel settore la clientela è varia e internazionale.»
La proposta è stata accolta con favore anche degli imprenditori del Litorale. Secondo Cosimo Suriano gestore del Victoria Regeneration SPA sarebbe un incentivo per far tornare le persone a usufruire delle strutture in sicurezza.
«Anch’io avevo pensato a un discorso in tal senso – commenta Suriano – per esempio fare uno sconto del 30 per cento a chi è vaccinato oppure dividere le giornate tra chi ha fatto il vaccino e chi no. Al momento non sappiamo ancora nulla, aspettiamo il sette gennaio o comunque il prossimo Dpcm per capire quali possibilità ci verranno date e se e come potremo riaprire.»
«La mia struttura ormai è chiusa da più di due mesi – aggiunge – da quando non si potevano usare più sauna e bagno turco abbiamo optato per chiudere completamente. Quest’anno è saltato il discorso delle gift card di Natale, che per noi era importantissimo. La proposta del presidente di AssoHotel è valida, potrebbe essere un incentivo per far tornare le persone a usufruire delle strutture in sicurezza. Ho circa dodici dipendenti in cassa integrazione – conclude – è un periodo duro, ma come siamo abituati a fare da anni, ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti.»
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