Vaccino obbligatorio per i dipendenti pubblici, scontro nel governo

Per la sottosegretaria alla Salute Zampa l'obbligo per il vaccino è un fattore necessario. Su tutte le furie la ministra Dadone: "Sarebbe assurdo"

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Torna l’ipotesi di rendere il vaccino obbligatorio per alcune categorie di lavoratori, e nel governo scoppia la lite: scontro tra la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa e la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.

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La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha prospettato l’ipotesi di vaccino obbligatorio per i dipendenti pubblici

“L’obbligatorietà del vaccino deve essere una pre-condizione per chi lavora nel pubblico”, ha dichiarato questa mattina la sottosegretaria Zampa, intervenendo alla trasmissione Agorà Rai.

“Se dovessimo renderci conto che c’è un rifiuto che non si riesce a superare, io penso che nel pubblico non si possa lavorare”, ha affermato la sottosegretaria. “Il nostro Paese ha deciso che i bambini, se non sono vaccinati, non possono andare nelle scuole pubbliche. Non credo che possa non valere per i medici, per gli operatori sanitari, per gli insegnanti”.

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La ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone è contraria a ogni ipotesi di obbligo per il vaccino

Secca la replica della ministra Dadone. Rispondendo alla sottosegretaria Zampa la titolare della Pubblica Amministrazione ha commentato, infuriata: “Un metodo coercitivo è assurdo”.

“Il governo si è raccomandato di fare il vaccino – ha aggiunto seccata la ministra -, e penso che una raccomandazione forte sia il modo migliore per raggiungere l’immunità di gregge”.

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La prima dose di vaccino Pfizer iniettata in Italia il 27 dicembre 2020

“Usciamo da un anno molto complesso, con 70mila cittadini uccisi dal Covid. Che oggi si discuta su come obbligare i lavoratori alla vaccinazione, lo trovo un modo assurdo di affrontare la situazione”, ha sottolineato Dadone.

Intanto si registrano ritardi per la consegna dei vaccini Pfizer destinati alla Spagna. Le 350mila dosi che sarebbero dovute arrivare oggi, 28 dicembre, a Madrid, non saranno recapitate prima di domani, ha fatto sapere il colosso farmaceutico.

E il timore del governo italiano è che il carico da 450mila dosi che – secondo gli accordi con la Pfizer – deve essere consegnato all’Italia entro domani possa subire un simile slittamento.

Dall’azienda americana però poco fa sono giunte rassicurazioni: la multinazionale avrebbe garantito, a quanto si apprende, che per il nostro Paese non c’è alcun ritardo e il piano di consegna andrà avanti come previsto.

Il Commissario straordinario Domenico Arcuri sta verificando che l’azienda rispetti gli orari previsti per i carichi di vaccino, il cui arrivo è in programma tra stasera e domani. Dopo la segnalazione del ministero della Salute spagnolo, la struttura commissariale italiana riferisce intanto “di non aver ricevuto finora comunicazione di un cambiamento” nei programmi di consegna.

“Ma ci stiamo informando per essere certi. Per la seconda tranche è prevista la consegna da parte dell’azienda farmaceutica Pfizer direttamente ai 300 siti incaricati della vaccinazione sul territorio nazionale“, spiega lo staff del Commissario Arcuri.

Prefetti e Comitati provinciali per l’ordine pubblico entreranno a breve in campo per la copertura dei servizi di sorveglianza e di scorta dei vaccini nei vari territori – da parte delle forze dell’ordine – per la fase di distribuzione delle dosi una volta uscite dagli hub militari. I Prefetti saranno dunque coinvolti per la modulazione dei servizi nelle sedi dei vari Comitati provinciali.

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