Dieci mesi di reclusione per Virginia Raggi. E’ la richiesta del procuratore generale di Roma Emma D’Ortona al processo d’appello per l’inchiesta sulle nomine in Campidoglio. Alle 11.30 si è riunita la camera di consiglio. La sentenza è prevista per le 13.
La sindaca di Roma è accusata di falso per la nomina di Renato Marra a capo dell’Ufficio direzione turismo. La sindaca è stata assolta in primo grado perchè «il fatto non costituisce reato». La Procura poi ha fatto ricorso in secondo grado.
Virginia Raggi: “Sono serena, a testa alta anche se condannata”
La sindaca è imputata per falso documentale in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio Raffaele, a capo del dipartimento turismo del Comune.
Nella breve requisitoria il procuratore generale ha affermato che la “sindaca conosceva la posizione di Raffaele Marra e ha omesso di garantire l’obbligo che Marra si astenesse nella nomina del fratello Renato”. Per il rappresentante dell’accusa “l’errore del precedente giudice è di avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa”.
La prima cittadina di Roma Virginia Raggi, presente in aula, si è più volte detta «serena» e, a ridosso della sentenza ha precisato che anche in caso di condanna «andrà avanti a testa alta». Nessun ritiro della sua ricandidatura a sindaca di Roma, dunque, anche se il Movimento 5 stelle potrebbe decidere di ritirarle il simbolo e scegliere un altro candidato per la Capitale.
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