Covid-19, il prof. Galli: “Possibile terza ondata al rientro a scuola”

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Allarme terza ondata in arrivo: feste natalizie e riapertura delle scuole potrebbero far deflagrare il già alto numero di contagi registrato in Italia. A sottolineare il pericolo è il professor Galli, infettivologo e primario dell’ospedale Sacco di Milano, che per il 7 gennaio – giorno della ripresa delle lezioni – teme l’inizio di una terza fase di espansione del virus.

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Il governo sta limando il provvedimento che stabilirà le nuove regole per gli spostamenti concessi nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno: si va verso un allentamento del divieto di uscita dal proprio comune, ma soltanto per le piccole località, inferiori ai 5mila abitanti.

Una frenata, rispetto alle aperture dei giorni scorsi. Che trova d’accordo il professor Galli: perché l’impatto dei nuovi casi di contagio avvenuti a Natale si renderà visibile  “proprio attorno al 7 gennaio, quando riapriranno le scuole”, spiega il primario dell’ospedale Sacco in un’intervista a Il Messaggero.

“Limitare gli spostamenti, anche tra comune e comune, serve a diminuire gli incontri tra le persone e dunque la circolazione del virus. Oggi siamo ancora a 18mila casi giornalieri, sono moltissimi: una base per la terza ondata molto elevata“, avverte Galli.

“Alcuni miei colleghi dicono che la terza ondata è inevitabile. E’ evidente che nel momento in cui gli spostamenti accentuassero i rischi che stiamo correndo, sarebbe una certezza vedere ricrescere in modo marcato i contagi”, spiega il primario del Sacco.

“I segnali potrebbero arrivare attorno al 7 gennaio, quando dovremo riprendere alcune attività, a partire dalle scuole in presenza. Questa è un’ipotesi che purtroppo ha delle possibilità concrete di realizzarsi”, conclude Galli.

Cattive notizie anche dal raffronto della situazione italiana con il resto d’Europa. L’Italia infatti è il Paese UE con il maggior numero di decessi da covid-19: secondo i dati pubblicati dalla Johns Hopkins University siamo la nazione più colpita in Europa, con 64.036 decessi totali, superando così il Regno Unito. Per numero di decessi, l’Italia è superata solamente da Stati Uniti (296.105), Brasile (180.437), India (142.628) e Messico (113.019).

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