Amici del Tevere: “Navigabilità, la Raggi riveli prima quanto ha speso per Piazza Tevere e Tiberis”

Navigabilità del Tevere, Ponte della Scafa

Mentre la sindaca di Roma, Virginia Raggi, annuncia la richiesta di 300 milioni al governo per rendere navigabile il Tevere, nessuno in Campidoglio rende noti i costi della cosiddetta Piazza Tevere e di  Tiberis, la spiaggia artificiale di Ponte Marconi.

E’ stato presentato ieri, giovedì 3 dicembre, il faraonico progetto per rendere navigabile il Tevere. Un progetto, che prevede 60 km da percorrere con battelli elettrici, proposto dal ministero delle Infrastrutture in collaborazione col Campidoglio che entrerà nel Recovery Plan. «Un progetto ambizioso ma realistico», ha detto la sindaca Virginia Raggi nel corso di una conferenza stampa. Dalla Ue servono 300 milioni di euro per le infrastrutture, bonifiche, messa in sicurezza e opere per l’attracco: si tratta di creare una via sull’acqua da Fiumicino al centro della città e a Castel Giubileo.

Mentre si pensa all’utopistica idea di rilanciare un progetto fallimentare già tentato in passato, l’Associazione ”Amici del Tevere” denuncia vuoti, dimenticanze e trascuratezze da parte del Campidoglio nel rendere pubblici i costi di due diverse iniziative che hanno riguardato, appunto il biondo fiume. Stiamo parlando di “Piazza Tevere”, l’asse attrezzato tra ponte Mazzini e ponte Sisto realizzato l’estate scorsa, e la spiaggia “Tiberis” di ponte Marconi.

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Dopo diversi anni, si recupera il relitto di uno dei “Battelli per il Tevere” affondato dall’onda di piena

Alla quarta istanza di accesso agli atti presentata all’Amministrazione Capitolina per conoscere i costi degli interventi effettuati dalla stessa nel periodo Primavera-Estate 2020 presso la così detta “Piazza Tevere” (banchine e specchio d’acqua sul Tevere fra Ponte Mazzini e Ponte Sisto), la recente ultima risposta di nuovo è che la contabilità di forniture/lavori/servizi non è ultimata, nonostante i molti mesi trascorsi; ovviamente, nell’abituale ottica di ‘monitoraggio civico’, diffonderemo i dati se e quando li avremo ricevuti” specifica una nota dell’associazione.

Zètema Progetto Cultura S.r.l. – prosegue il gruppo di valorizzazione del Tevere – ha invece fornito ulteriori dati (rispetto a quelli inseriti nel nostro comunicato di inizio Settembre) sugli utilizzi della “spiaggia Tiberis” nel 2020: essendo stata fissata la capienza massima in 200 utenti, e verificandosi un certo livello di turn-over nell’arco della giornata (persone che vengono, persone che vanno), il livello di occupazione contemporanea delle postazioni – nonostante la rarefazione rispetto agli anni passati, causa emergenza covid-19 – si è confermato attorno al 25-30% su tutto l’esercizio, ovviamente in media; il giorno dell’inaugurazione nel 2020 (31-LUG) sono state contate straordinariamente 140 persone in totale (non necessariamente in contemporanea). Il sistema di conteggio implementato sul portale StabilimentiUrbani, promosso da Roma Capitale con l’organizzazione di Zètema, ha dato luogo in generale ad alcune anomalie, riportando per esempio presenze in giorni di chiusura, e la S.r.l. comunale non ha redatto statistiche sui dati ivi riportati ora per ora”.

Ricordiamo che il costo in tre anni della ‘spiaggia Tiberis’ è stato di circa 1.000.000 di euro, senza realizzazione del ‘parco lineare’ permanente” tuona l’asdsociazione. “Quanto alle presenze in ‘Piazza Tevere’, Zètema Progetto Cultura S.r.l. – impegnata in analoga gestione, anche per controllo di distanziamento legato all’emergenza covid-19 –, sollecitata a seguito di istanza di accesso agli atti scaduta, non ha fornito risposta alcuna (neanche per fornire diniego motivato) sui “numeri” delle presenze stesse (orarie, quotidiane, totali), pur assai esigui da rilevare, come da documentazioni fotografiche e audiovisive distribuite dagli organizzatori; erano stati visti food-truck sullo storico selciato, evidentemente autorizzati per animare alimentarmente la situazione. Era stato annunciato che, come rilevante contributo alla sostenibilità ambientale e alla difesa dell’ecumene, il substrato di terriccio, il sistema di irrigazione, il manto erboso e gli alberi in vaso di “Piazza Tevere” sarebbero stati trasferiti a Riva Ostiense, ma non si hanno notizie in merito. Al di là della rilevanza dell’iniziativa, vi è da dire che almeno gli arbusti visti a “Piazza Tevere” non erano piantati col vaso in terra, come invece alla “spiaggia Tiberis”, destinati ogni anno a sicura morte e rimpiazzati (invero non si capisce il senso di salvare le zolle d’erba a “Piazza Tevere” e non gli arbusti alla “spiaggia Tiberis”)”.

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