Il governo ha deciso: dal 7 gennaio riapriranno tutte le scuole, compresi i licei e gli istituti superiori. Dopo settimane di lezioni esclusivamente online, gli studenti delle secondarie torneranno finalmente in classe, anche se resta una parziale didattica a distanza.
Su pressione della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina le ore di lezione da effettuare in presenza sono state portate al 75 per cento, dall’iniziale 50 per cento stabilito dal premier Giuseppe Conte.
Per un quarto degli studenti delle scuole superiori italiane dunque la Dad continuerà anche nei prossimi mesi: dal 7 infatti “potrà tornare in presenza il 75 per cento della popolazione scolastica”, è scritto nella versione finale del Dpcm entrato in vigore oggi, 4 dicembre.
“Obbligatorio l’uso della mascherina per tutti gli studenti, ad esclusione dei bambini sotto ai sei anni di età”, stabilisce poi il Decreto del presidente del Consiglio.
La gestione delle modalità con cui effettuare il 25 per cento di didattica a distanza è stata demandata ai singoli istituti: ogni scuola potrà scegliere fra modalità diverse, dalla rotazione delle classi ai turni tra gli alunni di una stessa classe.
“Dobbiamo lavorare per garantire condizioni di massima sicurezza ai nostri ragazzi”, ha sottolineato il premier Conte nel corso della conferenza stampa di presentazione del Dpcm. “Abbiamo fatto tanto lavoro nelle scuole e abbiamo garantito la sicurezza. Quello che preoccupa è ciò che ruota attorno alla scuola”.
Per garantire un rientro a scuola in sicurezza “dobbiamo lavorare a livello territoriale, regionale e provinciale”, ha proseguito il capo del governo.
“Nel Dpcm sono previsti tavoli istituiti presso le Prefetture, con tutte le autorità coinvolte nella scuola” ha spiegato Conte. “Graduando flessibilmente orari di ingresso e uscita, e coniugandoli con i trasporti, sarà possibile che dal 7 gennaio si possa rientrare a scuola. Nelle scorse ore ho avuto un incontro proficuo con le Regioni e gli enti locali e ho proposto loro un protocollo da condividere, per garantire che i ragazzi non debbano più tornare a fare lezione a casa”, ha concluso il premier.
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