Spiagge, sulle concessioni balneari la Ue boccia l’Italia

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La Commissione Europea boccia l’Italia: sulle concessioni balneari non ha protetto i cittadini dal rischio di monopolizzazione delle risorse. La doccia fredda della Ue arriva oggi sul tavolo del governo: si tratta di una lettera di costituzione in mora nei confronti del nostro Paese. Ovvero: il primo atto di una procedura d’infrazione che, se portata a compimento, significherà pesanti sanzioni da pagare.

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Concessioni balneari: la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia

La bocciatura dell’Unione riguarda la decisione di rinnovare le concessioni balneari fino al 2033. Provvedimento nato con il governo giallo-verde, ma inserito anche nell’ultimo Decreto Rilancio, varato ad agosto 2020.

“Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni siano rilasciate per un periodo limitato, e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi”, è scritto nella lettera inviata dalla Commissione Europea all’Italia.

L’obiettivo, sottolinea la lettera, “è fornire a tutti i prestatori di servizi balneari la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse”. Tale obiettivo, secondo la Commissione, viene meno nel nostro Paese.

L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni sollevate dalla Commissione, trascorsi i quali Bruxelles potrà decidere di inviare un parere motivato e proseguire nell’iter della procedura di infrazione.

Concessioni balnerari, la CNA contro la UE

Cna chiede al Governo di difendere la misura contenuta nel Decreto Rilancio, e di estendere al 2033 le concessioni demaniali marittime attualmente valide”. Secondo l’associazione delle piccole imprese, l’estensione delle concessioni contestata dalla UE rappresenta “una misura fondamentale per garantire stabilità al comparto, in un momento di crisi gravissima per il settore, e rilanciare gli investimenti”.

I radicali favorevoli

“La notizia dell’apertura da parte della Commissione europea di una procedura di infrazione contro l’Italia, sulla questione delle concessioni balneari, non può che farci dire: finalmente!”, commentano in una nota congiunta Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera dei Radicali Italiani.

“Era un atto dovuto da tanto tempo: è del 14 luglio del 2016 la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che vieta le proroghe automatiche delle concessioni demaniali marittime per attività turistico‑ricreative”, sottolineano i due esponenti del partito dei Radicali Italiani.

“La legalità conviene sempre: in un momento come questo è tanto più opportuna e necessaria l’iniziativa della Commissione Ue che sottolinea come la normativa italiana scoraggi gli investimenti in un settore fondamentale per l’economia, già duramente colpito dalla pandemia di coronavirus, e causi nel contempo una perdita di reddito potenzialmente significativa per le autorità locali italiane. Ora che l’Europa si è pronunciata chiediamo al governo e al Parlamento di intervenire al più presto”, concludono.

 

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