Nettuno, “Domus Aurea”: il comune pronto ad acquisire i beni confiscati

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La villa sequestrata a Fernando Mancini

Il Comune di Nettuno ha dato il via all’iter per acquisire al patrimonio comunale i beni confiscati sul territorio nell’ambito dell’operazione “Domus Aurea” portata avanti dalla Guardia di Finanza. “Si tratta di beni per un valore di circa 12 milioni di euro – spiega il sindaco Alessandro Coppola – ho già dato mandato agli uffici di avviare tutte le procedure necessarie per acquisire a Patrimonio comunale questi beni confiscati che è nostra intenzione valorizzare e mettere a disposizione delle fasce più deboli della popolazione”.

“Parte di questo patrimonio sarà destinato all’edilizia popolare e puntiamo anche ad organizzare nuovi spazi, che siano adeguati e definitivi, da destinare alle associazioni sociali e culturali che svolgevano le loro attività presso l’Ex Divina Provvidenza e alle associazioni di volontariato del territorio. Ringrazio sentitamente – conclude il sindaco – il lavoro svolto la Guardia di Finanza nella persona dell’ex Comandante Lalli e dell’attuale Comandante Di Napoli per il servizio reso alla collettività grazie alla loro attività”.

Domus Aurea: il sequestro della Guardia di Finanza

Su esecuzione della Corte di Cassazione, il 18 novembre la Guardia di Finanza aveva proceduto alla confisca definitiva del patrimonio di Fernando Mancini, 59 anni, già disposta nel mese di maggio scorso dalla Corte d’Appello di Roma.

E’ un lungo iter processuale quello che riguarda Mancini, coinvolto a partire dal 2015 nell’operazione “Domus Aurea”, eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, coordinati della Procura della Repubblica di Velletri.

In quell’inchiesta finirono nel mirino della magistratura ben 90 unità immobiliari, gran parte delle quali intestate fittiziamente a quelli che secondo i giudici sono “prestanome” e familiari di Mancini, acquistate investendo i proventi dei reati di associazione per delinquere, evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, truffa, traffico di stupefacenti e riciclaggio.

l patrimonio confiscato è costituito da una villa di 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini, garage, capannoni industriali e terreni, oltre a conti correnti bancari, quote di capitale di alcune società, un’imbarcazione e il rinomato stabilimento balneare “Belvedere, situato sul litorale nettunese.

Con l’avallo della Corte di Cassazione, dunque, questi beni passano definitivamente nella disponibilità dello Stato.

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