Continua a peggiorare il rapporto tra nascite e decessi in Italia. Il calo demografico iniziato già diversi anni fa si è aggravato improvvisamente in seguito all’impatto devastante del covid-19. L’Istat lancia l’allarme: nel 2020 “il numero dei nuovi nati, in rapporto a quello dei morti, continua a precipitare verso il basso”.
Se la pandemia ha drammaticamente portato verso l’alto la curva dei decessi, il lockdown dall’altro lato non è servito ad arrestare il calo delle nascite, nonostante la convivenza forzata di coppie e famiglie.
“La pandemia ferma i matrimoni, i progetti di vita. In questo caso a frenare le nascite e a determinare il calo demografico contribuiscono anche la situazione economica, le prospettive di occupazione”, spiega il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, in un’intervista al Messaggero. “L’incertezza per il futuro determinata dalle conseguenze globali del virus condiziona le scelte”, sottolinea Blangiardo.
“A dicembre si faranno sentire gli effetti dei minori concepimenti di marzo, per cui alla fine potremmo scendere già quest’anno sotto quota 400 mila nuovi nati, per poi andare ancora più giù nel 2021”, avverte il presidente dell’Istituto nazionale di statistica.
Rispetto alle contromisure politiche “ci sono dei segnali positivi, come l’assegno universale; anche l’occasione delle risorse europee potrebbe essere sfruttata, in particolare con interventi a favore delle donne e dei giovani”, spiega Blangiardo.
Ma “serve una risposta integrata: per ridurre il calo demografico occorre una spinta all’occupazione. Gli esempi che vengono dall’estero ci dicono che è possibile invertire la tendenza”, conclude il demografo.
Nel 2020 il numero degli italiani è sceso sotto quota 60 milioni. “La situazione è grave. Il calo demografico sarà la questione fondamentale dei prossimi venti anni”, commenta il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio. “L’Italia ha il tasso di natalità più basso d’Europa e uno dei più bassi del mondo: ed è un segnale di mancanza di speranza da parte delle giovani coppie”, afferma il deputato dem.
Dal 2021 però l’assegno unico “diventerà realtà. Naturalmente è più pingue per i più poveri”, spiega il deputato dem. Inoltre “la povertà incide molto di più nei nuclei familiari più numerosi. Con l’assegno avremo meno minori nei nuclei familiari poveri, circa il 15% in meno, ed è anche un modo per uscire dalla crisi del Covid”, conclude Delrio.
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