News

“Vaccino covid obbligatorio per alcune categorie”: l’annuncio di Sileri

“Il vaccino anti-covid dovrà essere obbligatorio per alcune categorie”. A dichiararlo è il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, nel corso del Forum per la Sostenibilità organizzato da Fortune Italia. Con le prime dosi di vaccino in dirittura d’arrivo, infatti, uno dei nodi principali si prospetta essere quello dell’obbligatorietà o meno della prossima campagna di vaccinazione.

Il viceministro della Salute Sileri interviene sul tema obbligatorietà del vaccino covid

Il colosso statunitense Pfizer, in partnership con la tedesca BioNTech, ha garantito l’invio dei primi stock del vaccino a partire da metà dicembre nel territorio Usa, mentre in Italia saranno disponibili a gennaio. A poca distanza dovrebbero essere pronti anche i prodotti di Moderna e dell’europea AstraZeneca. E ora il governo deve decidere se sarà necessario introdurre una misura che renda la vaccinazine anti-covid un elemento inderogabile, almeno per alcune categorie.

Sileri è intervenuto sull’argomento nel corso della seconda giornata del Forum per la Sostenibilità che si è svolta oggi, 26 novembre. “Per alcune categorie dovrà esserci l’obbligo vaccinale”, è il parere del viceministro alla Salute. “Ma immagino che dopo quello che si è passato in tutti questi mesi la richiesta della vaccinazione sarà estremamente alta“, prosegue.

“Monitoreremo la richiesta del vaccino, ma al momento non credo sarà necessario un obbligo per tutta la popolazione. Quello che interessa maggiormente in questo momento è che venga somministrato alla popolazione più fragile“, dichiara l’esponente del governo.

In merito alla tempistica di arrivo delle dosi in Italia il viceministro afferma: “Dobbiamo aspettare l’ente certificatore che dia l’ok, poi che i vaccini arrivino, cosa che avverrà in maniera scaglionata”.

“Il gruppo di lavoro qui al ministero della Salute ha già fornito i dati al Commissario straordinario Domenico Arcuri, che sarà l’esecutore del piano: sono state già comunicate alle Regioni le necessità del numero di centri di stoccaggio e di vaccinazione. Ci sarà un centro ogni 20mila abitanti”.

La priorità per la somministrazione delle prime dosi verrà garantita “innanzitutto agli anziani e alla popolazione che lavora in ambito sanitario”, spiega Sileri.

“Se la vaccinazione anti-Covid inizia a gennaio-febbraio, sarebbe utile riuscire a vaccinare fra i 6 e i 10 milioni di persone in 3 mesi“, osserva successivamente il numero due del dicastero alla Salute, intervenendo a ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio 1.

Per i politici però nessuna precedenza o scorciatoia rispetto al resto della popolazione: “Il vaccino non lo farò a gennaio – sottolinea Sileri – perché le dosi che arriveranno inizialmente dovranno essere riservate alla popolazione a rischio. Noi politici al governo non siamo più importanti di tanti altri”, conclude.

redazione@canaledieci.it

Leggi anche: Un anno di Codice Rosso: il punto della Polizia in occasione della giornata contro la violenza sulle donne