La leggenda del calcio mondiale, Diego Armando Maradona, è morto. A falciare il mitico numero 10 è stato un arresto cardiorespiratorio, a pochi giorni dalla conclusione di un’operazione al cervello. Il 30 ottobre scorso l’ex calciatore aveva compiuto 60 anni.
Il decesso è avvenuto nella sua casa di Tigres, nella periferia di Buenos Aires, in Argentina. Sul posto, riporta il quotidiano nazionale argentino Clarin, sono sopraggiunte tre ambulanze. “È successo l’inevitabile”, scrive il giornale.
La Federcalcio argentina (Afa) ha confermato la notizia con un post sui social, quale ha espresso “il più profondo dolore per la scomparsa della nostra leggenda, Diego Armando Maradona. Sarai sempre nei nostri cuori”.
L’ex giocatore, a quanto si apprende, avrebbe subito un infarto nella dimora dove si era stabilito dopo la delicata operazione al cervello per eliminare un ematoma subdurale.
Il Commissario all’Economia dell’Unione Europea Paolo Gentiloni su Twitter rilancia il titolo del quotidiano argentino: “Commozione mondiale: è morto Diego Armando Maradona“, sottolinea l’ex presidente del Consiglio.
“A Maradona sono molto legato, le difficoltà che ha vissuto sono molto simili a quelle che ho vissuto”, commenta Lapo Elkann a Novantesimo minuto.
Per l’Equipe, il giornale francese di calcio, è “la morte di un Dio”. La scomparsa del leggendario El Pibe de Oro ha provocato shock e commozione in tutto il globo. In particolare a Napoli: molti cittadini fanno fatica a credere alla notizia, rimbalzata su tutti gli smartphone. Il grande campione ha vinto due scudetti durante la sua militanza nel club partenopeo, oltre una coppa del Mondo nel 1986.
“Maradona, in passato, è venuto tante volte a Fregene. Era amico di miei amici”, scrive su Facebook Roberta Menegazzi, a capo dell’ufficio stampa del Comune di Fiumicino. “Ed è stato Maradona, se non ricordo male, che ha portato l’Argentina in albergo a Fregene in occasione dei Mondiali del ‘90”.
NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO
redazione@canaledieci.it
Leggi anche: Ostia, addio a Giorgio Jorio artista e padre di Affabulazione