Fiumicino

Favoreggiamento dell’immigrazione, a processo sottufficiale della Polizia di frontiera

Corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina transnazionale. Sono le pesanti accuse che vedranno sul banco degli imputati a piazzale Clodio un sovrintendente della Polizia di Frontiera di Fiumicino. Secondo l’accusa, per ogni operazione riceveva tra i 2500 e i 3000 euro per straniero.

A scoprirlo, nell’estate del 2017, sono stati i suoi stessi colleghi che procedettero al suo arresto e gli sequestrarono nella sua abitazione sei permessi di soggiorno, tre telefoni e poche centinaia di euro.

Tutto, secondo quanto racconta Adelaide Pierucci su Il Messaggero, sarebbe iniziato il 12 agosto 2017 quando agenti in borghese della Polaria intercettano nell’area transito dello scalo un immigrato poi identificato in un cittadino indiano. Lo straniero era giunto nello scalo romano il giorno precedente con un volo proveniente da Mosca, aveva trascorso la notte su una sedia nell’area di transito in attesa di partire l’indomani notte per Quito. Tanto è bastato per mettere in allerta gli investigatori che dopo un finto controllo di routine non hanno più perso di vista il viaggatore.

Neanche mezzora dopo al tizio indiano si è avvicinato il caposquadra della Polizia di Frontiera A.S. di 58 anni in quel momento in servizio. Questi, invece di procedere alla richiesta di passaporto, ha salutato l’immigrato e lo ha condotto direttamente nei pressi del varco di servizio, un passaggio utilizzabile solo dalle forze dell’ordine e da soggetti specificatamente autorizzati. A.S. avrebbe aperto la porta col proprio badge, disattivando il sistema di allarme e da quel momento l’indiano ha fatto ingresso in Italia, a Roma, a tutti gli effetti.

Ad attendere lo straniero fuori dell’aerostazione c’era già un’auto pronta guidata da un faccendiere singalese, rivelatosi poi in contatto a sua volta sia con il poliziotto infedele, che ha preso in macchina l’immigrato e lo ha accompagnato a Roma. Cinque giorni dopo sia per il sottufficiale di polizia che per l’autista indiano è scattato l’arresto, richiesto dal pm di turno Roberta Capponi. L’accusa è di corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina transnazionale in concorso.

Il sottufficiale di Polizia avrebbe ammesso la sua responsabilità per un solo caso mentre i magistrati gli contestano almeno otto casi per i quali avrebbe ricevuto dal faccendiere singalese per ogni singolo evento tra i 2500 e i 2800 euro.

Va ricordate che le prove di colpevolezza si formano nel corso del processo e che il rinvio a giudizio di un imputato si basa su ipotesi di reato. Pertanto, l’accusato è da considerare innocente fino al terzo grado di giudizio.

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