Traditi dalle impronte digitali e dalla videosorveglianza sono “graziati” dall’indisponibilità di posti in carcere. Così, una volta catturati, due sono finiti ai domiciliari e solo per il terzo si sono aperte le porte dell’istituto penitenziario.
E’ accaduto il 10 novembre scorso. La vittima ha telefonato alla polizia riferendo di avere appena riconosciuto tre stranieri, responsabili del furto nel suo appartamento di Dragona, denunciato il 28 ottobre.
L’uomo, che si era posto all’inseguimento dei tre uomini, in contatto continuo con la sala operativa, aveva fornito in tempo reale la descrizione degli stessi, nonché la loro posizione. Sul posto immediato è stato l’intervento delle pattuglie del X Distretto di Lido di Roma, diretto da Eugenio Ferraro, che sono riuscite, in pochi minuti, ad intercettare e a bloccare i sospetti. Durante la perquisizione uno dei tre è stato trovato in possesso di un cacciavite di grosse dimensioni occultato nella cintura dei pantaloni.
Riconosciuti senza ombra di dubbio dalla vittima del furto e corrispondenti nell’abbigliamento ai tre uomini ripresi, il 28 ottobre, dalle telecamere di sorveglianza di un vicino di casa, sono stati accompagnati negli uffici di polizia per i successivi accertamenti in quanto sprovvisti di documenti identificativi. Sottoposti a foto segnalamento e ad accertamenti in banca dati, è emerso che a carico di tutti risultavano precedenti di polizia nonché un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale.
Inoltre, grazie alle impronte rilevate dalla Polizia Scientifica in occasione del sopralluogo nell’appartamento derubato, è emerso che alcune di queste corrispondevano proprio ad uno dei tre fermati. Identificati per A.A.J.A., S.V.K.A. e N.L., rispettivamente di 22, 24 e 20 anni, tutti cileni, sono stati sottoposti a Fermo di Polizia Giudiziaria per furto aggravato. N.L. è stato denunciato anche per porto di armi o di oggetti atti ad offendere.
Dopo la convalida del fermo, i primi due sono finiti agli arresti domiciliari mentre il terzo è stato condotto in carcere. Non è stato facile per gli investigatori e per il magistrato disporre la detenzione in carcere: per due giorni, infatti, non si sono trovati posti disponibili in alcuno degli istituti penitenziari del Lazio.
L’esito della vicenda, comunque, insegna che è sempre bene denunciare il furto, specie se in appartamento. Attraverso il rilevamento delle tracce lasciate dai ladri, diventa più possibile individuarli ed assicurarli alla giustizia.
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