Colpo alla camorra, sequestrati beni e società per 4 milioni di euro

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Immagine di repertorio

Colpo alla camorra: Carabinieri e Guardia di Finanza hanno portato in carcere questa mattina otto persone e disposto gli arresti domiciliari per sei indagati nell’ambito dell’operazione “Aste Ok”, coordinata dalla Procura di Napoli.

Cinque società, che secondo i pm sarebbero riconducibili al clan camorristico Partenio, sono state sottoposte a sequestro preventivo, per un valore di 4 milioni di euro. Tra queste anche la Rinascimento Italiano srl di Anzio.

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Pesanti le ipotesi di reato contestate a vario titolo dai pubblici ministeri partenopei: associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, falsità materiale, truffa e riciclaggio.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, che ha coordinato le indagini condotte congiuntamente dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.

Oggetto dell’indagine dei pm le attività del cosiddetto “Nuovo Clan Partenio” (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), che per gli investigatori sarebbero portate avanti con la presunta complicità di imprenditori e professionisti.

Secondo la Procura di Napoli gli interessi criminali del gruppo camorristico si sarebbero rivolti ai settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari.

Tra le società sequestrate, oltre alla Rinascimento Italiano srl di Anzio, presenti anche la Lara Immobiliare S.r.l. con sede a Roma, e la Punto Finance S.r.l., sempre con sede a Roma.

Secondo gli investigatori il clan Partenio si sarebbe avvalso di società intestate a prestanomi per far transitare il denaro proveniente dalle attività criminali, in modo da poter ostacolare l’identificazione della loro provenienza.

Ricordiamo che le prove di colpevolezza si formano nel corso del processo e, pertanto, gli indagati vanno considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio.

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