Snidati dalla Guardia di Finanza 8 furbetti del cartellino

Importante operazione della Guardia di Finanza che ha “snidato” otto furbetti del cartellino. Truffare lo Stato è sempre grave. Ma in questo contesto storico, con la pandemia in corso e i settori commerciali sempre più in crisi, diventa assolutamente intollerabile.

In momenti come questi, in cui ci si aspetta la massima efficienza della Pubblica Amministrazione, il comportamento assunto da otto lavoratori della “Casa della Salute” di Zagarolo è da condannare.

Alcuni dipendenti si allontanavano subito dopo aver “strisciato” il proprio badge nel dispositivo di registrazione di presenze. Altri nemmeno si presentavano, ma figuravano comunque in sede.

E’ il risultato delle indagini delle Fiamme Gialle di Frascati che hanno appurato come esistesse un sistema consolidato incentrato su uno scambio di favori che, in alcuni casi, si è spinto a simulare la presenza per l’intero turno.

Furbetti del cartellino: ecco i risultati delle indagini della Guardia di Finanza

Alcuni non facevano neppure ingresso nella sede ma figuravano al lavoro; altri si allontanavano dopo aver “strisciato” regolarmente il proprio badge nel dispositivo di registrazione delle presenze installato all’ingresso della “Casa della Salute” di Zagarolo.

Sono otto i dipendenti dell’ASL RM 5 ai quali la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura della Repubblica di Tivoli.

A seguito di alcune segnalazioni, le Fiamme Gialle della Compagnia di Frascati hanno monitorato i loro movimenti, posizionando delle telecamere nei pressi del “marcatempo” e pedinandoli per diversi giorni.

Le immagini registrate hanno confermato i sospetti, riprendendo dipendenti che, appena timbrato il cartellino, si allontanavano per alcune ore dal posto di lavoro per sbrigare faccende personali.

Le indagini hanno permesso di appurare l’esistenza di un sistema consolidato incentrato su uno scambio di favori che, in alcuni casi, si è spinto anche a simulare la presenza per l’intero turno, grazie ai colleghi compiacenti che “strisciavano” il badge a inizio e fine giornata.

Gli 8 denunciati dovranno rispondere dei reati di truffa ai danni dell’Ente di appartenenza e falsa attestazione di presenza in servizio.

Ricordiamo ai lettori che le prove si formano nel corso del processo e che gli indagati, fino al terzo grado di giudizio, sono da considerarsi innocenti.