Comunisti in protesta contro la Covindustria per trasporti urbani sicuri

Comunisti contro la Covindustria a Roma. In alcune stazioni della metro e degli autobus tra cui Piramide, Laurentina ma anche Anagnina, Battistini e Rebibbia nella notte sono stati affissi degli striscioni per denunciare la difficile condizione dei trasporti publici. L’iniziativa è del Fronte della Gioventù Comunista 

Comunisti contro la Covindustria per trasporti urbani sicuri

Azione di protesta nella notte a Roma in alcune stazione della Metropolitana. Il Fronte della Gioventù Comunista (FGC), i ragazzi del Collettivo Militant e del Collettivo Tanas hanno affisso degli striscioni di protesta per denunciare la difficile condizione dei trasporti in città.

Vicino agli striscioni sono state posizionate delle gigantografie nelle quali  è raffigurato un avvoltoio che sostituisce l’aquila del simbolo di Confindustria, che è stata ribattezzata simbolicamente «Covindustria».

L’azione è stata organizzata per lanciare l’appuntamento alla mobilitazione convocata per Sabato prossimo,  24 ottobre, alle 14.30 sotto la sede della Confindustria all’Eur dall’Assemblea dei Lavoratori Combattivi.

Comunisti in protesta contro la Covindustria per trasporti urbani sicuri 1

«Nelle ultime settimane a Roma abbiamo assistito al collasso di un trasporto pubblico già stremato da anni di privatizzazioni, tagli e malagestione da parte delle amministrazioni comunali e delle dirigenze di Atac. A farne le spese, come al solito, sono stati gli studenti e i lavoratori che, al normale disagio di chi ogni giorno prende i mezzi a Roma, hanno dovuto sommare l’aumento del rischio Covid per via del sovraffollamento – dichiarano le organizzazioni in una nota – in questo momento in cui i contagi crescono e si torna a parlare di nuovo lockdown sarebbe necessario aumentare corse e personale con ingenti stanziamenti. Invece il trasporto pubblico, così come la sanità, la scuola e gli altri servizi essenziali per la stragrande maggioranza della popolazione, non rientrano nelle priorità di Governo, Regione e Comune. La maggior parte dei fondi erogati dall’inizio dell’emergenza sono finiti e finiranno nelle tasche delle imprese, nel frattempo si moltiplicano i nuovi focolai per mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, nelle scuole, sui mezzi di trasporto e nelle strutture sanitarie. A chi tutti i giorni per campare è costretto a subire questo inferno vogliamo dire di non abbassare la testa perchè è possibile mutare questa situazione. Organizziamoci a partire dalla mobilitazione di Sabato pomeriggio sotto Confindustria: c’è qualcuno che sulla nostra miseria si arricchisce, è ora di andarglielo a dire in faccia».

 

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