I medici del Lazio lanciano l’allarme: l’ondata di contagi di queste settimane sta mettendo sotto stress l’intero sistema dei centri Covid della Capitale e della Regione. “Nel giro di 2-3 settimane avremo un numero di pazienti Covid che sarà difficilmente gestibile se rimaniamo al livello attuale di posti disponibili nelle terapie intensive e nei reparti ordinari dei centri Covid”, dichiara Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit).
Nel Lazio attualmente sono 1.483 i posti letto totali per i pazienti covid. Ma la capacità degli ospedali sta calando rapidamente, a fronte di un aumento sostenuto dei contagi. “È necessario attivare subito ulteriori posti letto”, sottolinea Andreoni.
A preoccupare i medici è soprattutto l’aumento dei decessi di questi ultimi tre giorni, che crescono in parallelo al numero di accessi negli ospedali. “E’ un indicatore da considerare“, sottolinea il direttore della Simit, ordinario di Malattie Infettive a Tor Vergata. “Perché è chiaro che i decessi sono direttamente proporzionali al numero dei ricoveri. E quindi sono destinati a salire, visto l’attuale trend di crescita dei casi”.
Andreoni lancia il monito: “Non bisogna assolutamente minimizzare ciò che sta accadendo, dando una lettura rassicurante. Va detto invece che questo virus è molto aggressivo e i contagi stanno salendo velocemente“.
L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato oggi ha annunciato l’ampliamento del numero dei posti letto nei centri covid: l’obiettivo è arrivare entro pochi giorni a 3.000 unità, di cui 503 in terapia intensiva e sub-intensiva.
“La rete ospedaliera è entrata nella settima fase, sono programmati a regime circa 3.000 posti riservati a pazienti Covid”, ha annunciato poco fa D’Amato. Soltanto ieri sera il responsabile della Salute regionale aveva stabilito l’incremento di 1.035 posti letto.
Ma il direttore della Simit resta preoccupato: “Per le prossime 2-3 settimane – sottolinea Andreoni – avremo comunque un trend con numeri sostenuti, anche se venissero decise misure severe di contenimento, dal momento che tali misure impiegherebbero almeno 14 giorni per far sentire il proprio effetto in termini di diminuazione dei casi”.
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