È considerato l’untore di Acilia: Valentino Talluto, 36 anni, è stato condannato in appello a 24 anni di carcere per lesioni gravissime con dolo. Secondo i magistrati, consapevole di essere sieropositivo, ha contagiato con l’HIV una trentina di ragazze. Gli vengono accreditati circa tremila rapporti sessuali a rischio in un arco di tempo di nove anni, dal 2006 al 2015.
La conferma della condanna è arrivata oggi dai giudici della Corte d’Assise d’Appello al termine del processo bis dovuto al ricorso contro la sentenza del 30 ottobre di un anno fa. In quella circostanza, pur confermando la responsabilità di Talluto nel contagio di 28 donne, i giudici avevano escluso quella su altri quattro casi. In accoglimento dei ricorsi della Procura Generale e delle parti civili, oggi anche quei quattro casi sono stati inseriti tra le responsabilità dirette di Talluto.
Tutto è nato nel 2015 grazie alla segnalazione dei sanitari dell’ospedale per malattie infettive Spallanzani di Roma al quale si erano rivolte alcune donne sieropositive all’HIV. Effettuando indagini di natura genetica, i medici stabilirono che il virus contratto da quelle donne era stato trasmesso dalla medesima persona.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Roma anche attraverso intercettazioni telefoniche, portarono a Talluto, residente ad Acilia. Venne provata la sua attività frenetica attraverso le chat, canali online usati per conoscere le vittime. Secondo l’accusa l’imputato, a partire dal 2006, avrebbe infettato le sue partner con rapporti sessuali non protetti: gli vengono accreditati circa tremila rapporti sessuali a rischio in un arco di nove anni, da quando aveva 22 anni a 31 anni d’età. Complessivamente sotto il profilo giudiziario al giovane sono stati attribuiti 57 episodi, 32 di contagio diretto o indiretto, e 25 scampati grazie alla presenza di anticorpi. Venticinque si erano costituite parte civile. Tra le vittime anche un bambino di 8 mesi nato da una delle donne contagiate.
Valentino Talluto è stato condannato in primo grado il 27 ottobre del 2017 a 24 anni di carcere per lesioni gravissime. L’11 dicembre 2018 la pena era poi stata ridotta in Appello a 22 anni per lesioni gravissime con dolo eventuale e assolto per 4 casi di ragazze che secondo l’accusa erano state contagiate da lui.
La I sezione penale della Cassazione che il 30 ottobre di un anno fa aveva confermato la responsabilità di Talluto ribadendo l’esclusione dei quattro casi.
Un particolare agghiacciante: l’untore di Acilia dal marzo 2015 sapeva anche di essere indagato, ma fino al giorno prima del suo arresto, avvenuto il 23 novembre del 2015, secondo i magistrati avrebbe continuato ad avere rapporti non protetti.