Nel quartiere dormitorio di Dragoncello, alla periferia sud-ovest della Capitale, nasce il Teatro Catartica. Un collettivo di giovani ha dato vita a una vera e propria officina creativa: un polo culturale, dove ogni giorno vanno in scena spettacoli d’avanguardia. E poi mostre fotografiche, lezioni di recitazione, di regia cinematografica e di musica, presentazioni di libri. Il tutto, sempre, nel rispetto rigoroso nel distanziamento e delle misure di sicurezza anti-contagio.
Abbiamo intervistato Ivan Gasbarrini, esponente del collettivo, video-artista e regista teatrale. “Il nostro scopo – ci racconta – è far nascere un polo culturale nel deserto di Drangoncello, dove la situazione è davvero disperata”.
“La nostra parola chiave attualmente è adattamento: solo le forme di vita che sanno adattarsi poi sopravvivono“, spiega ai nostri microfoni.
“Abbiamo preso in gestione l’ex teatro Essenza, guidato per molti anni da Paolo Perelli. Con il nostro collettivo abbiamo rilevato lo spazio, lo abbiamo ristrutturato e abbiamo fondato un’associazione culturale di promozione sociale”, continua Ivan.
Da pochi giorni, a partire dallo scorso venerdì 9 ottobre, è iniziata la nuova stagione teatrale: “Siamo partiti – racconta il giovane regista – con lo spettacolo di cui sono direttore artistico, intitolato L’Ospite. Abbiamo creato uno spettacolo itinerante e immersivo: tutto lo spazio teatrale è coinvolto nello spettacolo, con una formula d’avanguardia e originale”.
“Abbiamo cercato di adattarci alle circostanze determinate dal covid-19: l’idea è partita da questa esigenza. Gli spettatori – spiega Ivan – entrano uno per volta, seguendo un percorso speciale. Gli attori inscenano una storia attorno al singolo spettatore: la pièce teatrale dura circa 20 minuti”.
“Abbiamo fatto il pienone e sta andando molto bene: ci saranno 8 repliche al giorno. Un risultato inatteso, visto il periodo e lo stato di continua emergenza”, sottolinea il regista de L’Ospite.
Al Teatro Catartica il collettivo di giovani sta dando vita a un piccolo rinascimento culturale nella periferia romana.
“Cerchiamo di abbattere i muri dell’isolamento, che opprimono i quartieri dormitorio come il nostro. A Dragoncello sembra di abitare in un’altra città, rispetto a Roma, ma non è così. Per rompere l’isolamento sociale con la nostra attività cerchiamo di portare un po’ di cultura e un po’ di freschezza per gli abitanti. E per farlo creiamo forme di collaborazione con altre realtà: abbiamo un rapporto di contatto costante con il Teatro del Lido a Ostia, con il Teatro Trastevere a Roma e con altre realtà vicine”.
Il collettivo Catartica non propone soltanto pièce teatrali, anzi: nel rispetto del distanziamento e delle misure anti covid, il Teatro offre un ampio panorama di corsi, rivolti in particolare ai giovani.
“Oltre alle lezioni di teatro abbiamo aggiunto corsi di recitazione cinematografica sul set, film-making e regia, drammaturgia, composizione di colonne sonore, canto, strumenti musicali. Compresi corsi di teatro per bambini e ragazzi”, sottolinea Ivan.
“Il periodo è impegnativo perché la gente ha paura del contagio, ma noi abbiamo preso tutte le dovute precauzioni. L’impegno quotidiano è tanto, ma è la scommessa che abbiamo deciso di vincere. “.
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