“Potrebbe essere necessario un lockdown durante le feste di Natale, per bloccare la diffusione del coronavirus e aumentare l’efficienza del tracciamento dei contagi sul territorio”. A prospettare senza mezzi termini il tanto temuto ritorno al confinamento in casa degli italiani è Andrea Crisanti, virologo e direttore del dipartimento di Medicina molecolare delll’Università di Padova e del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’ospedale dello stesso ateneo.
“Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere di 10-12mila casi al giorno”, sottolinea Crisanti intervenendo come ospite alla trasmissione Studio24, su RaiNews24.
Con un lockdown a Natale “si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus, e aumentare il contact tracing“, sostiene il virologo.
“Via via che i casi aumentano, la capacità di fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus“, spiega il direttore del dipartimento di Medicina dell’Università di Padova.
A sostenere la tesi di Crisanti c’è anche Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, anche lui virologo di punta della squadra di esperti consultata da governo e regioni. “Il rischio di un secondo lockdown prima di Natale c’è”, afferma Pregliasco. “Ma se prendiamo provvedimenti credo che potremmo convivere con la presenza del virus”, aggiunge.
“E’ necessario scovare più positivi possibile, soprattutto gli asintomatici; più li controlliamo e meno contagiano”. E poi fare tesoro del “galateo che abbiamo usato nel primo lockdown per scongiurare il secondo”, conclude il direttore del Galeazzi di Milano.
“Le terapie intensive e i decessi da Covid-19 aumentano sempre con alcune settimane di ritardo rispetto all’aumento dei contagi. Visti i dati, ci aspettiamo quindi un incremento del loro numero nei prossimi giorni”, rincara la dose Crisanti.
Leggi anche: Coronavirus, gli scienziati: “Su banconote e smartphone sopravvive 28 giorni”