Sanità

Covid-19, Francesco Le Foche: “Attrezzare gli ospedali per arrivo dell’influenza”

Ci aspettano cinque-sei mesi duri, anche se la carica virale del SarsCoV-2 è diminuita: il Covid si mischerà con l’ influenza e gli ospedali devono prepararsi meglio all’onda d’urto che ne deriverà.

Ci sono le premesse per essere fiduciosi e aspettarsi che questa epidemia entro marzo-aprile sia finalmente domabile». Così Francesco Le Foche, immunologo clinico all’università La Sapienza, su ‘Il Corriere della sera’. «Non sono preoccupato – prosegue – la maggior parte dei contagiati esprime una forma di malattia molto blanda probabilmente perché la carica virale del Sars-CoV-2 è molto bassa. Le mascherine stanno svolgendo un ruolo fondamentale. Bloccano il virus o nella peggiore delle ipotesi ne riducono la trasmissione e questo fa sì che chi si infetta non riporta gravi danni». Ma «il virus è esattamente lo stesso. Per carica virale si intende la quantità di virus che aggredisce una persona esposta al contagio. Se la carica è bassa l’individuo non si ammala».

Gli ospedali che tornano a riempirsi sono un segnale di allarme: «entrano più pazienti, ma altrettanti vengono dimessi in buona salute. La situazione è sotto controllo. Le uniche difficoltà riguardano le persone positive che devono restare in reparto in quanto non hanno abitazioni sicure dove trascorrere l’isolamento. Servono in questa fase degli alloggi alternativi in modo da non ridurre la disponibilità dei posti letto che devono restare liberi. Le Regioni si devono attrezzare».

«Credo che la possibilità di richiedere il tampone rapido ai laboratori privati a un costo moderato allenterà la pressione – rileva – ricordiamo però che il test rapido antigenico è uno screening, in caso di positività serve comunque il tampone classico».

In primavera, secondo le previsioni di Le Foche, «la battaglia verrà vinta dalla scienza che sarà pronta con vaccini e farmaci, quindi dobbiamo resistere altri 5-6 mesi attrezzando gli ospedali meglio di quanto sia stato fatto fino a oggi, considerando anche che il Covid si mischierà con l’influenza. La sanità pubblica deve dare il massimo in questa fase e lo stesso devono fare i cittadini, consapevoli che i comportamenti individuali sono la terapia più efficace».