Casi di Covid tra le detenute e gli agenti del carcere femminile di Rebibbia. Il garante della Polizia Penitenziaria di Roma chiede di tutelare i detenuti.
Rebibbia, carcere femminile: casi di Covid tra le detenute e gli agenti
Il Covid-19 non fa prigionieri. E’ proprio il caso di dirlo dopo la notizia resa nota dalla Polizia Penitenziaria sulle detenute e gli agenti risultati positivi al virus nel carcere femminile di Rebibbia.
“È necessario e urgente – scrive sui social la garante dei detenuti di Roma Gabriella Stramaccioni – attenersi scrupolosamente alle disposizioni che prevedono l’obbligo della mascherina.
Vale per tutti, anche per chi lavora o opera a contatto con la popolazione detenuta. Vedo ogni giorno troppe persone entrare in carcere senza adottare le necessarie precauzioni. Il virus viene portato dall’esterno, non certo da coloro che sono reclusi da tempo”.
La primissima detenuta di Rebibbia positiva al Coronavirus era stata accertata ad aprile scorso e si trattava di una 35enne italiana. La donna era stata subito trasferita allo Spallanzani, poichè dopo aver accusato febbre alta e affanno, non poteva rimanere nell’infermeria dell’istituto circondariale a causa di problemi legati ad una patologia specifica.
La garante si appella alla Magistratura affinchè vengano verificati nuovamente, come è stato fatto durante il lockdown, tutti i casi di incompatibilità con il regime detentivo da parte di coloro che soffrono di particolari patologie. Da quanto sembra non si tratta di poche persone, anche per questo viene richiesta massima attenzione alla problematica.
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