Ospedale Grassi: il commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle fa alcune precisazioni sui lavori nel reparto di Psichiatria e la notizia di una sua possibile chiusura.
Di seguito la nota della direzione generale della Asl Roma 3 sui lavori a Psichiatria.
«Il progetto è ancora da approvare – spiega la direzione generale della Asl Roma 3 – il Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) dell’Ospedale Grassi di Ostia, è forse l’unico a non essere stato ristrutturato negli anni in tutta la Regione Lazio; il Commissario straordinario Giuseppe Quintavalle con l’area tecnica ha elaborato un progetto di ristrutturazione, tale da rendere la struttura più funzionale e moderna, in linea con le assunzioni del personale che si stanno programmando.»
«È singolare che si parli di chiusura quando il progetto è ancora in fase di approvazione e – come più volte ribadito – nessuno dei pazienti sarà spostato. Solo nel momento in cui partiranno i lavori verranno stabilite le priorità con i responsabili di dipartimento, secondo regole comuni a tutti i nosocomi romani. La direzione generale della Asl Roma 3 puntualizza che il commissario straordinario Giuseppe Quintavalle non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione sull’argomento, dichiarazione ufficiali saranno rese note solo in seguito all’avanzamento del progetto e alla sua approvazione. La prossima settimana sarà indetta una Conferenza Stampa alla presenza dello stesso Commissario Straordinario»
«Sono previsti lavori di ristrutturazione presso il reparto di psichiatria di Ostia per circa quattro mesi – commenta Ghera – ben vengano interventi per rendere più idonei gli spazi che ospitano i pazienti, ma non possiamo lasciare inascoltato il grido delle famiglie che chiedono spazi alternativi, per poter stare accanto ai propri cari. Sarebbero costrette altrimenti a recarsi in altre zone di Roma o addirittura, da quanto si apprende, in altre province. Presenteremo un’interrogazione in Regione per capire bene i provvedimenti adottati e per sollecitare affinché siano rispettati i tempi previsti per i lavori e siano valutate tutte le soluzioni che possano, nel frattempo, alleviare la situazione dei malati. Temiamo infatti che così i pazienti rischino di rimanere distanti dalle famiglie e di sentirsi quindi più soli. Siamo in una fase molto delicata, l’emergenza sanitaria e la crisi economica avranno forti ripercussioni anche sulla salute mentale e non dobbiamo lasciare nulla di intentato.»