La scuola non è il principale vettore delle infezioni da covid-19 e, pertanto, non è previsto al momento un lockdown delle lezioni. Lo indicano a chiara voce l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, e la ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina.
«Dall’inizio delle attività scolastiche siamo intervenuti in 296 plessi e sono state riscontrate 336 positività – segnala D’Amato ai microfoni di Sky Tg24 – La gran parte sono positività singole e abbiamo avuto anche alcuni focolai, come al liceo Russel e al liceo Orazio di Roma. Oltre l’89% sono studenti e la gran parte sono contagi con link extrascolastico, quindi in situazioni di aggregazione o familiari, contesti portati da fuori dentro la scuola. Fino ad ora la scuola non è il motore dell’epidemia».
«Abbiamo lavorato tutta l’estate anche per evitare di dover richiudere le scuole. Gli istituti sono più pronti alla didattica a distanza e siamo gli unici in Europa a distribuire nelle scuole mascherine e gel disinfettante». Lo afferma la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un’intervista alla Stampa. «Abbiamo milioni di studenti e migliaia di istituti. Dobbiamo confrontare i nostri dati con quelli delle Asl e il primo bilancio serio arriverà a metà ottobre, ma stiamo monitorando la situazione e i contagi registrati a scuola sono molto bassi: si parla dello zero virgola», dichiara Azzolina, che sottolinea: «Il problema non è la scuola, ma ciò che avviene fuori. Per questo vorrei fare un appello ai ragazzi: rispettino le regole anche quando escono dai loro istituti». In merito alle ulteriori misure da mettere in campo, «se c’è il metro di distanza, la mascherina al banco si può tenere abbassata. Serviranno invece i test rapidi salivari, per dare maggiore serenità a famiglie e personale», dice la ministra. Sulle assunzioni dei docenti e la richiesta dei sindacati di stabilizzare senza concorso, «se il dibattito è concentrato sui concorsi, il rapporto con i sindacati resterà difficile», commenta Azzolina.
Una conferma indiretta arriva anche dal direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani Francesco Vaia. «In questo momento – sottolinea – osserviamo un fenomeno di trasmissione virale intrafamiliare, quindi i ragazzi in questo momento potrebbero essere trasmettitori di questa diffusione del virus prendendolo dalla famiglia. I dati che abbiamo oggi, con anche l’innalzamento dell’età media, significano che, a valle del ritorno delle vacanze sia in Italia che dall’estero, abbiamo avuto una trasmissione intrafamiliare e i ragazzi portano così dentro le scuole la loro positività».