Omicidio di Willy, scoperto e denunciato un uomo che sui social inneggiava agli assassini

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Difficile da credere, ma c’è anche chi ha esultato per l’atroce morte di Willy. “Come godo che lo avete tolto di mezzo, siete degli eroi”: queste le parole raccapriccianti scritte sui social da uno studente universitario, subito dopo l’assassinio del giovane Willy Monteiro Duarte. L’uomo esultava su Facebook inneggiando ai massacratori del ragazzo 21enne, ucciso di botte a Colleferro. Pensava di farla franca nascondendosi dietro un profilo fake, ma nonostante sia un esperto informatico lo stratagemma non è stato sufficiente a proteggerlo.

Universitario elogia gli assassini di Willy: scoperto e denunciato

Le sue frasi raccapriccianti, razziste e disumane hanno sconcertato i cittadini, tanto da provocare molteplici segnalazioni di protesta da parte di persone indignate.

Esperto di informatica, residente a Treviso, ha “postato” il suo odio razziale e la sua intolleranza violenta e omicida sui social, arrivando a definire “eroi” gli assassini di Willy. Motivo: hanno “ucciso una persona di colore”.

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Lo studente universitario ha creato un personaggio del tutto fittizio, cui aveva dato il nome di Manlio Germano – il sottosegretario interpretato da Claudio Amendola nel film “Caterina va in città”, del regista Virzì –  e si connetteva ai social network attraverso provider esteri.

L’autore dei post di stampo nazistoide addirittura utilizzava tecniche di anonimizzazione di alto livello, in grado di mascherare le tracce informatiche della navigazione, convinto che sarebbe stato impossibile rintracciarlo.

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La Polizia Postale, dopo un’attenta e meticolosa indagine portata avanti attraverso le più moderne tecniche di analisi informatica e di ricostruzione del traffico telematico, resa ulteriormente complessa dalle connessioni sui provider esteri, è riuscita comunque a risalire all’autore dello spregevole post.

Con la collaborazione dei colleghi specialisti di Firenze, i poliziotti del reparto Postale sono riusciti a rintracciare l’uomo presso un albergo del capoluogo toscano. L’autore del post è stato quindi deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina, che coordina le complesse indagini informatiche.

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