I video delle ambulanze ferme nel traffico sul lungomare di Ostia hanno riproposto il tema della sicurezza in riferimento alla nuova pista ciclabile, che il Codacons definisce: “Una trappola capace di ritardare i soccorsi in caso di emergenza”.
“Bastano due auto in fila per imbottigliare qualsiasi mezzo, anche a sirene spiegate – fa presente il presidente dell’associazione Carlo Rienzi – la progettazione della ciclabile è del tutto sbagliata, peraltro in totale assenza di trasparenza sui costi e con problemi evidenziati dai ciclisti e dalla Polizia Locale” – conclude Rienzi.
In un’intervista a un quotidiano online, oggi il consigliere capitolino del Movimento Cinque Stelle Paolo Ferrara spiega molto lucidamente “che in caso di emergenza, le ambulanze possono passare sulla pista”; mentre in un post su Facebook – dopo i consueti insulti a giornalisti ed avversari politici – mostra alcuni esempi di piste ciclabili concepite come quella di Ostia, tra cui Pescara.
Pista ciclabile: il caso di Montesilvano
Se non si fosse limitato a navigare con la street view di “Google Maps”, Ferrara avrebbe potuto scoprire che subito dopo Pescara c’è il modesto Lido di Montesilvano, dove invece il lungomare è stato progettato in questo modo: rigida separazione tra auto e biciclette attraverso uno spartitraffico con siepi e palme rigogliose, ampio marciapiede e carreggiata con doppio senso di marcia e parcheggi in fila su un lato. Oltretutto, il che non guasta, passeggiando in bicicletta a Montesilvano il mare si vede. Ma le scadenze elettorali sono dietro l’angolo e un progetto di questo genere senz’altro richiede maggiore impegno e maggiori risorse.
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