Una dipendente del noto ristorante Michelino Fish, all’Infernetto, è risultata positiva al covid-19: per questo motivo la Asl Roma 3 ha disposto la sospensione temporanea dell’attività. Recitava così il comunicato diramato dalla Regione Lazio il 23 luglio scorso. Poi, però, è emersa un’altra verità, e ora il titolare ritiene di aver subito un’ingiustizia.
Guarda il servizio di Fausto Trombetta:
Michelino Fish, il proprietario: “Abbiamo subito un danno economico e di immagine”
Quello della lavoratrice di Michelino Fish sembra a tutti gli effetti un caso di falso positivo. Dopo un primo tampone che la Regione Lazio comunica essere positivo, la lavoratrice del locale si è sottoposta ad altri due test: entrambi però negano la presenza del virus. A quel punto la donna ha effettuato un esame sierologico: il risultato del test ha escluso il contagio da covid-19 anche per il passato. La dipendente dunque, non ha mai contratto l’infezione.
“Dopo aver fatto il secondo e il terzo tampone negativo le abbiamo fatto fare il test sierologico. Quest’ultimo esame ad oggi ci dice che non ha mai avuto il covid-19”, spiega il proprietario del locale. “Non so se si sia trattato di un errore umano o del tampone, ma in ogni caso abbiamo subito un danno sia di immagine che economico”.
Un altro particolare paradossale che emerge dalla vicenda è che i clienti del ristorante, dopo la sospensione dell’attività non sono mai stati contattati dalla Asl Roma 3. “Noi abbiamo comunicato gli elenchi con i nomi e i numeri di telefono degli avventori alla Asl, eppure non li ha mai chiamati nessuno”, sottolinea il titolare di Michelino Fish.
La Regione però aveva assicurato che i clienti sarebbero stati avvisati e invitati a recarsi al drive-in di Casal Bernocchi per effettuare il tampone. Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato nelle procedure attivate dalla Pisana.
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