I siti archeologici di Ardea saranno presto riaperti al pubblico. Il Comune punta a sottoscrivere un protocollo d’intesa con la Soprintendenza per valorizzare le quattro aree e renderle accessibili. Si tratta di zone dal grandissimo valore culturale, che testimoniano le antichissime origini della città, nata prima di Roma.
Il documento riguarda Casarinaccio, dove si trovano i resti di un tempio del VI secolo avanti cristo; Colle del Noce, la zona sacra scoperta nel 1981, dove sono state ritrovate diverse tombe; l’oratorio Cristiano Ipogeo, luogo di culto con un pavimento di 2.200 anni, affreschi bizantini del dodicesimo secolo, e una madonna con bambino tra le più antiche di Roma; e infine Castrum Inui, dove sorge il porto sul lungomare di Tor San Lorenzo, in gran parte ancora inesplorato.
In base all’accordo, la soprintendenza affiderà all’amministrazione la custodia dei siti, che saranno aperti tutti i weekend dell’anno, con qualche eccezione per le scolaresche, che potranno visitarli anche durante la settimana.
In cambio, il comune si occuperà della pulizia, della conservazione e della valorizzazione, facendo pagare un biglietto di ingresso che servirà a retribuire le guide turistiche e a provvedere alla manutenzione ordinaria. Già nel 2016 l’ex sindaco, Luca Di Fiori, provò a siglare un accordo di questo tipo, ma l’iniziativa non fu mai attuata. Le gestione delle aree archeologiche passò quindi alla pro loco, ma la convenzione, scaduta a settembre 2019, non è stata rinnovata.
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