La crisi economica scatenata dal virus ha colpito duramente il tessuto produttivo italiano. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) del secondo trimestre pubblicato oggi dall’Istat mostra gli effetti devastanti del lockdown sull’economia: il calo registrato è del 12,4 per cento sul trimestre precedente. “Una contrazione senza precedenti”, scrivono gli analisti dell’Istat. Un dato però meno negativo delle attese, e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri tranquillizza: “E’ una flessione meno grave di quanto prospettato dalla maggior parte delle previsioni”.
L’Istat ha pubblicato oggi i nuovi dati sul PIL italiano relativi al secondo trimestre del 2020: meno 12,4 per cento rispetto al trimestre precedente, con un calo 17,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nonostante le cifre, che prese da sole farebbero tremare i polsi agli analisti più navigati, si tratta di un dato meno pesante di quanto previsto dagli economisti, che avevano prospettato una discesa del 15 per cento. E, dunque, una crisi del tessuto produttivo italiano ben peggiore, che non si è verificata. Non solo: i nostri vicini europei hanno registrato cadute del PIL peggiori per lo stesso periodo.
“Le stime diffuse oggi dall’Istat sul PIL, pur negative a causa dell’inevitabile impatto della pandemia sui diversi settori produttivi, indicano una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni: la stima media era di un ribasso superiore al 15%”, sottolinea il ministro dell’Economia Gualtieri.
“E si tratta di un calo pari a quasi la metà di quanto paventato dalle previsioni più negative circolate nelle ultime settimane”, aggiunge il titolare dell’Economia.
“È un dato che testimonia la solidità degli interventi messi in campo dal Governo e la possibilità per l’Italia di proseguire nel percorso di graduale e costante ripresa dell’attività economica, confermato anche dall’andamento delle vendite al dettaglio, che a giugno sono tornate a livelli vicini a quelli precedenti l’inizio dell’emergenza Covid-19″, dichiara Gualtieri.
“È ora necessario rimanere vigili sul fronte della sicurezza sanitaria e continuare nelle politiche di sostegno al tessuto economico e sociale del nostro Paese, che saranno ulteriormente rafforzate con le misure contenute nell’imminente decreto in via di finalizzazione”, conclude il ministro dell’Economia.
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