Alla Camera la maggioranza si spacca: battaglia parlamentare oggi sulla questione dei finanziamenti italiani alla Guardia costiera libica. Liberi e Uguali, insieme ad alcuni deputati del Pd, di Italia Viva e del Movimento 5 Stelle, ha presentato una risoluzione per chiedere al governo di mettere fine al programma di sostegno ai guardacoste libici.
Decreto Missioni, battaglia sui finanziamenti alla Guardia costiera libica
Tra i firmatari della risoluzione contraria al Decreto Missioni Erasmo Palazzotto e Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, Matteo Orfini e Laura Boldrini dalle fila del Partito Democratico, e Riccardo Magi di +Europa.
Sotto accusa le collusioni della Guardia costiera di Tripoli con i trafficanti di esseri umani, responsabili di stupri e torture nei campi profughi libici, documentate dall’Onu e da numerose inchieste giornalistiche.
“Con chi è che ha a che fare l’Italia? A chi è che diamo le nostre motovedette? Quali uomini stiamo addestrando? Quelli che gestiscono il traffico di essere umani? È inaccettabile”, dichiara Palazzotto, in Aula a Montecitorio.
“Ho votato contro il rifinanziamento della Guardia Costiera libica: non sarò complice di chi non ha alcun rispetto della dignità delle persone. E non può esserlo il nostro Paese”, continua il deputato di Liberi e Uguali.
Orfini (Pd): “Di fronte a stupri, torture e omicidi non si possono avere dubbi su da che parte stare”
Durissimo, anche contro i suoi stessi compagni di partito, gli fa eco il deputato PD Matteo Orfini, spiegando il suo voto contrario agli interventi in Libia: “Ho fatto quello che all’unanimità avevamo deciso nell’ultima assemblea del Pd. L’ho fatto perché di fronte a stupri, torture e omicidi non si possono avere dubbi su da che parte stare“, sottolinea Orfini.
E così a Montecitorio durante la votazione sulla parte del Decreto relativa agli interventi in favore della Guardia costiera libica, i no dalle fila della maggioranza sono stati 23. I deputati di Italia Viva, sulle stesse posizioni dei ribelli di Leu e Pd, sono usciti dall’Aula.
Il quorum di voti necessario a far passare la risoluzione è stato raggiunto con i voti dell’opposizione, che su questo passaggio ha deciso di sostenere il governo.
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