La Corte d’Assise di Milano ha condannato a 24 anni di carcere Ousseynou Sy, il 47enne che il 20 marzo del 2019 dirottò e incendiò un autobus con a bordo una scolaresca di 50 ragazzini, due insegnanti e una bidella, a San Donato Milanese. I giudici hanno accolto la richiesta della Procura: tentata strage, incendio doloso e sequestro di persona a scopo di terrorismo le accuse principali. A salvare i giovanissimi da una morte certa furono due tredicenni: Adam e Ramy, di origine marocchina, poi premiati dal Presidente della Repubblica con il riconoscimento della cittadinanza italiana.
I giudici della Corte d’Assise hanno accolto la richiesta della Procura. Riconosciuta la matrice terroristica del gesto: Ousseynou Sy, l’autista del bus, è stato condannato a 24 anni di carcere.
Il dirottatore, che ha confessato di essere l’autore del gesto, nel corso del processo ha negato però di aver voluto la morte dei ragazzi. “Per fortuna non si è fatto male nessuno, era quello che volevo”, ha dichiarato nel corso delle udienze.
Poco fa la sentenza, letta in aula dopo una camera di consiglio di oltre 4 ore. Non è stata riconosciuta l’infermità mentale, come chiesto invece dalla difesa.
Quel giorno, il 20 marzo 2019, a lanciare l’allarme furono Ramy e Adam, due tredicenni di origini marocchine. Invece di consegnare il cellulare al dirottatore, che aveva già minacciato tutti di morte, nascosero i telefoni e senza farsi scoprire chiamarono i carabinieri.
Ousseynou Sy, l’autista oggi condannato a 24 anni, aveva già fermato il bus per annunciare il dirottamento, e aveva cosparso di benzina la moquette del pavimento del pullmann.
Senza il loro intervento coraggioso dei due ragazzi difficilmente le forze dell’ordine sarebbero riuscite a trovare e fermare in tempo il bus prima che si compisse la strage. “Ho pensato che sarebbe stato l’ultimo giorno della mia vita” raccontò poi uno dei due.
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