La centrale a carbone Enel di Civitavecchia è al primo posto in Italia per le emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico: ogni anno produce 8 milioni di tonnellate di CO2. Da Torrevaldaliga Nord, questo il nome dell’impianto, arriva il 78,5% delle emissioni da fonti fossili di tutto il Lazio. Oggi il blitz degli attivisti di Legambiente contro la centrale, per chiedere la sua riconversione a energie rinnovabili.
Oggi, davanti ai cancelli della centrale a carbone Enel di Civitavecchia, si è svolta la manifestazione di Legambiente: “La centrale è il nemico del clima numero uno nel Lazio, per inquinamento ed emissioni climalteranti: deve essere spenta e convertita in un polo delle rinnovabili, non a gas”, spiegano gli attivisti e le attiviste del cigno verde.
L’impianto è l’ultimo a carbone inaugurato in Italia, nel luglio 2008. Durante il blitz i manifestanti hanno esposto due striscioni con le scritte “Fermiamo la febbre del pianeta” e “Nemico del clima“.
“La centrale a carbone di Civitavecchia per l’inquinamento che provoca nel suo territorio, e per l’enorme portata delle emissioni climalteranti che scatena, è il nemico numero uno, “, spiega Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.
“Torrevaldaliga va spenta. E convertita in un polo delle energie rinnovabili, con torri eoliche, fotovoltaico e sistemi di accumuli in grado di rispondere alle esigenze di produzione, di sicurezza e flessibilità della rete. Non nell’ennesima centrale a gas”, sottolinea Scacchi.
L’impianto è al primo posto assoluto tra le centrali italiane per emissioni. Nel 2018 ha prodotto 8,1 milioni di tonnellate di CO2: figura tra le 30 aziende che emettono più gas serra nel Continente.
Tra i 22 impianti termoelettrici più inquinanti d’Europa c’è la centrale di Civitavecchia: oltre ad essere prima per l’Italia, è al 14° posto tra le aziende con maggiori emissioni climalteranti in Europa.
Nel Lazio, secondo il registro europeo delle emissioni, su 11.409.000 di tonnellate di CO2 oltre il 78% provengono dalla Centrale Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia: l’11,2% del totale nazionale.
“La centrale a carbone per più di un decennio ha emesso la stragrande maggioranza delle emissioni nel Lazio, devastando qualità dell’aria e salubrità nel territorio dove è sorta“, aggiunge il presidente di Legambiente.
“La sua accensione è stato un gravissimo errore, oggi convertirla a centrale a gas significherebbe perpetrare quell’errore, condannando l’area ad ospitare la produzione energetica da fonti fossili per tanti lustri ancora”, commenta.
“Ci rivolgiamo anche alla Regione Lazio: la febbre del pianeta impone di accelerare senza sosta nell’abbattimento delle emissioni, farlo è un dovere assoluto di ciascuno, sarebbe imperdonabile perdere l’opportunità di trasformare in un’eccellenza delle rinnovabili, il nemico del clima numero uno del Lazio”, è l’appello di Scacchi.
L‘emergenza climatica in corso e il poco tempo che l’umanità ha a disposizione “deve obbligare tutti a compiere ragionamenti lungimiranti e concreti, che portino a cambiamenti reali in tempi ragionevoli e contribuiscono alla salvaguardia del Paese e del pianeta”, conclude il presidente di Legambiente.
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