Cinque anni fa Marco Vannini, un ragazzo di appena 20 anni, moriva durante il trasporto in elisoccorso verso l’ospedale Gemelli di Roma. Ad ucciderlo un colpo di pistola sparato dal padre della sua fidanzata. Oggi è partito il nuovo processo bis, presso la Corte d’Assise di Roma: dopo una complessa vicenda processuale la Cassazione ha annullato la prima sentenza del Tribunale d’Appello, che aveva condannato il padre della ragazza a 5 anni per omicidio colposo. Tutto da rifare, hanno decretato gli ermellini della Suprema Corte il 7 febbraio di quest’anno: troppe le incongruenze tra le prove oggettive e l’ipotesi dell’assenza di volontarietà nel compiere il delitto da parte di Ciontoli.
Omicidio Vannini, al via il nuovo processo. La mamma del ragazzo ucciso: “Ci aspettiamo verità e giustizia”
“Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco. E’ ora di ridare dignità a mio figlio”, ha detto la mamma del giovane ucciso, Marina Conte, presente oggi con il marito nell’aula della Corte d’Assise d’Appello di Roma.
Il nuovo processo per stabilire la verità sull’assassinio di Marco Vannini è partito oggi. Il giovane è stato ucciso a Ladispoli, nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015, nella villa della fidanzata. A togliergli la vita un colpo di pistola sparato dal padre della ragazza, Antonio Ciontoli.
Le circostanze però sono ancora da chiarire: l’uomo, un militare, ha sempre parlato di un incidente. Quello che si è verificato dopo lo sparo tuttavia getta molte ombre sul racconto del padre: la Cassazione ha stabilito che la morte di Marco è stata causata non soltanto dal colpo esploso, ma anche dai ritardi nei soccorsi, dovuti a una serie di bugie e depistaggi – scrivono gli ermellini nelle motivazioni della sentenza – messi in atto da Ciontoli e dai familiari.
“Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, e io gli credetti perché non c’era nessuna ragione per non farlo”, ha dichiarato oggi in aula Federico Ciontoli, figlio di Antonio, imputato insieme al padre nel processo bis per la morte di Vannini.
“E’ stata una dichiarazione vergognosa, non ha detto neanche una parola per Marco“, ha commentato sconvolta la mamma del giovane assassinato, dopo aver ascoltato in aula la deposizione fatta da Federico Ciontoli.
La sentenza del nuovo processo bis è attesa per il prossimo 23 settembre. La prossima testimone che sarà ascoltata è la fidanzata di Federico Ciontoli, Viola Giorgini.
Lo scorso 7 febbraio la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Civitavecchia, che aveva derubricato la morte di Marco a omicidio colposo, condannando Ciontoli padre a soli 5 anni.
Vannini, hanno scritto i giudici della Corte Suprema, è deceduto senza alcun dubbio in conseguenza del colpo di pistola “ascrivibile soltanto ad Antonio Ciontoli”, ma anche a causa della “mancanza di soccorsi che, se tempestivamente attivati, avrebbero scongiurato l’effetto infausto”.
Ora il nuovo processo di Appello dovrà accertare le singole responsabilità dei componenti della famiglia del militare che ha sparato a Marco Vannini.
La famiglia Ciontoli, scrivono sempre i giudici nella sentenza della Cassazione, “recuperò la pistola per riporla in un luogo sicuro, eliminò le macchie di sangue con strofinacci e solo successivamente compose il numero telefonico di chiamata dei soccorsi“.
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