Dl Rilancio: smart-working per i dipendenti pubblici fino a dicembre, stretta sui servizi a pagamento per cellulari

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Novità per gli statali: il 50 per cento dei dipendenti pubblici potrà lavorare in modalità smart-working fino alla fine dell’anno. Approvato in Commissione Bilancio alla Camera l’emendamento del M5S al Decreto Rilancio, che proroga fino al 31 dicembre 2020 il lavoro agile per metà dei dipendenti che svolgono attività eseguibili da remoto. In Parlamento arriva anche la stretta sui servizi a pagamento non richiesti attivati dalle compagnie telefoniche: sì all’emendamento che obbliga i gestori a inibire le reti che promuovono i servizi, pena multe da 5 milioni.

Smart-working, per gli statali lavoro da remoto fino a fine anno

Approvato in Commissione Bilancio a Montecitorio l’emendamento al Decreto Rilancio del Movimento 5 Stelle: metà dei dipendenti statali che possono lavorare da remoto rimarrà in smart-working fino alla fine dell’anno, come misura di prevenzione anti-coronavirus ma anche come adeguamento alle innovazioni tecnologiche e al progresso tecnico.

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La rivoluzione è in atto: smart working prorogato e lavoratori delle PA che rientrano in sicurezza al lavoro”, commenta il ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone. “Approvato l’emendamento che proroga fino al 31 dicembre 2020 il lavoro agile per il 50% dei dipendenti che svolgono attività eseguibili da remoto”, dichiara la ministra.

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La pandemia ha avuto un impatto cruciale che sta già trasformando e trasformerà gli assetti sociali, economici e delle politiche pubbliche. Il lavoro agile è parte integrante di questa trasformazione e chi lo nega o ne derubrica la portata a elemento di polemica politica non ha capito nulla o fa finta di non capire”, conclude Dadone.

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Cellulari, limiti e multe alle compagnie telefoniche per i servizi a pagamento non richiesti

L’Autorità garante per le Comunicazioni (AGCom) avrà nuovi poteri per bloccare i servizi di telefonia attivati senza consenso degli utenti. Lo prevede un emendamento al Decreto Rilancio a firma di Renato Brunetta, approvato dalla Commissione Bilancio alla Camera.

L’Authority potrà ordinare la rimozione di iniziative “destinate ai consumatori italiani e diffuse attraverso le reti telematiche o di telecomunicazione che utilizzano pratiche commerciali scorrette“, si legge nel provvedimento. Il riferimento è alla scoperta della truffa dei servizi a pagamento non richiesti attivati sui cellulari degli utenti delle principali compagnie telefoniche nazionali (leggi qui).

Destinatarie di questi ordini saranno i gestori di telefonia mobile: Vodafone, Wind-tre, Tim e le altre avranno l’obbligo di inibire “l’uso delle reti che gestiscono o in relazione alle quali forniscono servizi”, al fine di evitare il perdurare delle “attività a danno dei consumatori e poste in violazione del Codice del Consumo”. Previste multe fino a 5 milioni “in caso di inottemperanza” degli operatori, si legge nel testo dell’emendamento.

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