I lavoratori dello spettacolo sono una delle categorie più colpite dalla crisi scatenata dall’emergenza Covid-19: cinema, teatri e concerti dal vivo hanno avuto il via libera alla riapertura parziale soltanto dieci giorni fa, ma con una serie di limitazioni tali da rendere la ripresa del lavoro per il settore ancora un miraggio. Sabato 27 giugno dunque è stata convocata a Roma una manifestazione nazionale: i promotori chiedono l’apertura di un tavolo di confronto con il governo, e l’attivazione di un reddito di continuità, per sostenere chi è rimasto a casa e non ha altri sussidi.
Sabato 27 giugno dunque la rete degli Autorganizzati dello Spettacolo di Roma ha deciso di scendere in piazza, alle ore 14 a piazza Santi Apostoli a Roma, per chiedere a gran voce un reddito per chi non ha più entrate e l’apertura di un tavolo di confronto con il Governo.
Il sit-in è indetto a livello nazionale da lavoratrici e lavoratori auto-organizzati, associazioni, realtà, imprese dello spettacolo e della cultura riuniti in coordinamenti territoriali e settoriali. Il documento di rivendicazione è stato redatto attraverso un tavolo di lavoro telematico che è stato nominato “Tavolo Emergenza”.
I promotori della manifestazione chiedono l’immediata attivazione di un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori. E poi un tavolo di confronto tecnico-istituzionale permanente fra gli stessi lavoratori auto-organizzati e i sindacati, il Governo, le istituzioni, che possa avviare radicali riforme legislative in tema di spettacolo, arte e cultura.
“Dopo aver inviato il 19 maggio scorso il nostro Documento Emergenza alle Istituzioni, in cui chiedevamo di essere ricevuti con urgenza, dopo essere scesi in piazza in più di 15 città italiane, dopo aver dato vita allo Stato di Agitazione Permanente, non avendo avuto risposta dal Governo e dai Ministeri abbiamo indetto una grande manifestazione nazionale con l’appoggio della società civile”, dichiarano gli organizzatori.
A trovarsi in Piazza Santi Apostoli domani alle 14 “non saranno solo lavoratrici e lavoratori, artisti, attori, tecnici, maestranze, musicisti, danzatori e tutte quelle figure professionali impiegate nel settore”, sottolineano i promotori della protesta. Perché “sarà infatti l’occasione per raccogliere la solidarietà di tutta la società civile, in particolare del mondo del precariato e del sommerso”.
“La cultura d’altronde è un bisogno sociale fondamentale che riguarda tutti noi”, proseguono. “È arrivato il momento di ricostruire insieme e dal basso un modello stabile che passi attraverso il riconoscimento giuridico dei diritti dei lavoratori della cultura, dell’arte e dello spettacolo”, dichiarano gli organizzatori.
“Un modello che possa attuare definitivamente l’art. 9 della Costituzione e garantire un accesso equo alla cultura per tutta la società civile. Un modello senza il quale è impossibile ripartire”, concludono i lavoratori dello spettacolo.
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