Non c’è tregua per la popolazione stremata dello Yemen, il Paese nella penisola arabica martoriato da anni di guerra civile. La situazione sanitaria, con gli ospedali distrutti dai bombardamenti della coalizione guidata dai sauditi, è al collasso. L’epidemia di coronavirus, favorita dalle condizioni tragiche in cui versa la popolazione, è esplosa senza controllo. Mancano antibiotici, cortisone, disinfettanti. E i morti per covid-19 salgono di ora in ora. Nelle città yemenite “il virus colpisce in modo brutale”, spiega Thierry Durand, coordinatore di Medici Senza Frontiere.
Ad aprile, dopo anni di guerra civile, la coalizione governativa guidata dai sauditi ha dichiarato un cessate il fuoco temporaneo nella battaglia contro i ribelli Houthi filo-iraniani, asserragliati nel sud del Paese. Motivo: evitare un’escalation di contagi da coronavirus.
Troppo tardi, però: ad Aden, roccaforte yemenita dei ribelli, il Covid-19 colpisce a una velocità spaventosa. La città che affaccia sull’omonimo Golfo è in preda alla morsa di un’epidemia catastrofica di coronavirus. Le vittime sono soprattutto uomini tra i 40 e i 60 anni.
“Vediamo solo casi gravi. Noi operatori sanitari ci sentiamo impotenti. L’unica cosa che possiamo fare è somministrare ai pazienti l’ossigeno. Molte persone muoiono rapidamente, arrivano in condizioni gravi, quando è già troppo tardi”, racconta Thierry Durand, coordinatore di Medici Senza Frontiere, di stanza ad Aden. “Il cortile del nostro ospedale di Aden è pieno di bombole di ossigeno: ogni giorno ne servono 250 per permettere ai pazienti di continuare a respirare”.
“Non abbiamo altra scelta che riutilizzare i dispositivi di protezione individuale perché non ne abbiamo abbastanza. Non abbiamo abbastanza ventilatori, abbiamo bisogno di più erogatori di ossigeno e di una catena di fornitura affidabile. È una sfida enorme”, raccontano i medici di MSF.
“Lo scenario peggiore in Yemen, che è quello cui stiamo assistendo ora, comporta che il numero dei morti per il virus superi il totale delle vittime causate dalla guerra civile, dalle malattie e dalla fame negli ultimi 5 anni“, ha dichiarato Lise Grande, capo delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite nel Paese della penisola arabica.
“Il numero dei morti provocato dall’arrivo dell’epidemia sarà maggiore in questa nazione perché il virus trova una popolazione già fortemente denutrita a causa della guerra civile, e mal equipaggiata per farvi fronte”, sottolinea Grande.
Le immagini dei droni scattate da giornalisti in alcune parti della città di Aden mostrano file di tombe scavate di recente. I dati forniti dalle autorità indicano che le sepolture quotidiane in città sono aumentate: da 80 a 90 nelle ultime settimane, contro le 10 prima dell’epidemia.
Il sistema sanitario dello Yemen ha urgente bisogno di aiuto da parte delle Nazioni Unite e dei paesi donatori per far fronte all’epidemia, ed evitare che la situazione peggiori ulteriormente. “È una crisi troppo grande, non possiamo affrontarla da soli”, avverte Khairil Musa, medico di MSF che lavora nella terapia intensiva ad Aden.
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