Ambiente

Cresce l’agricoltura urbana in Italia: solo a Roma presenti 150 orti

Con il termine agricoltura urbana si definiscono le attività agricole non finalizzate ad un profitto economico e dove la produzione di cibo è un’occasione per raggiungere obiettivi sociali.

Agricoltura urbana in crescita in Italia

Dopo decenni caratterizzati dalla predominanza della città sulla campagna, ad oggi stiamo progressivamente assistendo a mutamenti nella relazione tra urbano e rurale e comincia a sentirsi sempre più spesso parlare di questo tipo di attività, data la crescente attenzione dei cittadini verso il mondo agricolo.

La storia degli orti urbani risale alla seconda metà dell’Ottocento quando questi venivano utilizzati in Europa come strumento di autosussistenza alimentare, nella seconda metà del 900 poi si sono integrati nelle pratiche del tempo libero delle classi medie.

Intorno agli anni 70 in America questi sono divenuti il simbolo di riconquista degli spazi sociali per gli attivisti e artisti delle città colpite dalla crisi finanziaria, mentre dagli anni 90 ad oggi l’idea di agricoltura urbana si è tramutata in una pratica che consente socialità, qualità e sicurezza del cibo, che è stata abbracciata da giovani e anziani, dai ceti medi e anche più elevati.

I grandi vantaggi dell’orticoltura urbana sono: contenere il consumo del suolo, preservare le aree verdi dal degrado, perseguire finalità terapeutiche, formative, di integrazione intergenerazionale e interculturale. E’ perciò evidente quanto questi siano uno strumento chiave per lo sviluppo sostenibile e per la coesione sociale del nostro Paese e non solo.

L’Istat censisce un aumento del 52% tra il 2011 e il 2019 degli orti urbani in Italia, con alcune regioni particolarmente virtuose (Emilia Romagna, Toscana, Lombardia). Nello specifico, per Roma, il sito di “Zappata Romana” ha mappato tutti i 150 orti presenti nella città, tra i quali uno dei più noti è quello del quartiere Garbatella, che vanta anche di un giardino Zen, funzionale a far rilassare l’osservatore.

Alessia Pasotto,

laureanda in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo presso Roma 3

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