L’Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio lancia l’allarme: il 30% dei cittadini risultati positivi al tampone sono asintomatici, il virus potrebbe circolare sottotraccia.
In piena fase 2 l’attenzione alla possibile ripresa dei contagi è massima: un eventuale ritorno al lockdown dei mesi scorsi sarebbe un colpo durissimo per il morale degli italiani e una catastrofe per l’economia. Per questo occorre tracciare e monitorare l’andamento del virus. Il quale, però, in molti casi tende a nascondersi, a rimanere sottotraccia, pronto a esplodere in nuovi focolai. Ben il 30 per cento dei casi da Covid-19 finora confermati nel Lazio infatti è asintomatico: un numero che lascia ipotizzare, secondo gli esperti dell’Unità di Crisi del Lazio, una possibile circolazione più ampia e occulta nel territorio.
“Dei casi finora confermati nel Lazio circa il 30% è asintomatico, il sistema li scova”, sottolinea l’équipe di medici dell’Unità di Crisi Covid-19. “Per quanto riguarda la distribuzione dei casi nel Lazio il 16% è ricoverato in una struttura sanitaria, il 39% è in isolamento domiciliare e l’1% è in terapia intensiva. L’età media dei casi positivi è 57 anni”.
Un problema ben noto ai vertici della Pisana, che – anche in relazione a questi dati – intendono dare massima priorità alla strategia delle tre T: testare, tracciare e trattare, attraverso l’implementazione del piano per i test sierologici.
“Il modello Lazio che stiamo mettendo in campo attraverso l’integrazione dei test sierologici e i tamponi sta funzionando – dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato -. Circa il 30% dei positivi è asintomatico e questo significa che il sistema è in grado di andare a scovare anche i casi più complessi come appunto gli asintomatici”.
Preoccupa anche il dato emerso nei giorni scorsi relativo alla scoperta di polmoniti da Coronavirus in pazienti risultati negativi al tampone: i medici hanno scoperto che in alcuni casi il patogeno può rimanere occultato nelle basse vie aeree, impossibili da raggiungere con il test del bastoncino.
Massima allerta dunque, per evitare nuovi focolai. E ancora una volta gli esperti dell’Unità di Crisi sottolineano: alla luce dei nuovi dati è necessario l’impegno di tutti i cittadini a portare le mascherine, fondamentali per la prevenzione del Covid-19.
Per un quadro del piano della Regione Lazio sui test sierologici leggi qui: Covid-19, test sierologici disponibili presso ospedali e laboratori del Lazio: parte lo screening