Con i profondi cambiamenti imposti dall’emergenza sanitaria, si è tornati a pensare alla bicicletta come a una sorta di “mezzo salvacitta’ “. Dal dopoguerra ad oggi, non si sono mai viste tante bici circolare sulle strade della Capitale.
«Finalmente spazio a chi si muove in silenzio e senza inquinare – commenta Gianfranco di Pretoro, referente per il Lazio della ‘Federazione Ciclistica Italiana’ – molto bene le bike-lanes in città, ma non dimentichiamo chi si muove per passione, attratto dalle bellezze del territorio. Il cicloturista, uscendo dalla città, è il più vulnerabile. Perché il Campidoglio non conclude il percorso lungo il Tevere? – si chiede Di Pretoro – il Comune di Fiumicino sta facendo la sua parte: si può criticare il manto della pista in biostrasse, lo steccato inutile che impedisce la rapida manutenzione, ma si arriva in sicurezza al mare. Roma, invece, non capisce che quella ciclovia va ultimata al più presto per salvare la vita di tanti ciclisti: è il passante indispensabile per vivere al massimo le attrazioni del Litorale Romano.»