La scoperta, in via di Castel Fusano, risale alla primavera scorsa ed è raccontata dall’archeologa Barbara Roggio: dall’escavazione del terreno al recupero, dai primi interventi di pulitura all’analisi antropologica fino all’esposizione in prossimità dell’ingresso del Parco, lungo la via Ostiense, nel tratto occupato dalla Necropoli di Porta Romana, insieme ad altri sarcofagi.
Il rinvenimento è avvenuto per puro caso, durante i lavori di scavo per servizi nella proprietà privata. Il video è stato diffuso dal ministero dei beni culturali e del Turismo e racconta la scoperta e l’operazione di conservazione da parte del personale del parco.
Le immagini guidano a focalizzare l’attenzione sui dettagli principali che rilevano informazioni importanti per risalire, ad esempio, all’epoca della sepoltura e all’estrazione sociale del defunto, come il bollo lunato presente su una tegola del coperchio e gli elementi del corredo funerario, quattro ampolle di unguento. Il video presenta, inoltre, le particolarità tecniche del sarcofago: ha una forma molto semplice e la struttura consente che la testa del defunto poggi su una base rialzata, con funzione di cuscino, dotata di tre fori utili per evitarne lo scoppio durante la cottura.
L’ordinario lavoro dei professionisti dei beni culturali è spesso straordinario: ha l’emozione della scoperta e la responsabilità della bellezza e della storia. La campagna “La cultura non si ferma” permette di conoscere le numerose professionalità del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo che si occupano di tutela, conservazione, valorizzazione e didattica.
Attraverso il video del Parco archeologico di Ostia antica – così come con i contributi degli altri istituti – il Mibact mostra non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali e le numerose professionalità che ruotano intorno al patrimonio. Tutte le iniziative sono raccolte sulla pagina La cultura non si ferma.
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