«Riaprire i Centri Diurni per i disabili è un tema complicato – è quanto dichiara Ilde Plateroti, presidente di Anffas Ostia, che prosegue – chiedo alle istituzioni e agli enti competenti che si possa scegliere se frequentare un Centro Diurno o adottare terapie alternative in base alla gravità dei ragazzi, alla situazione della singola struttura e al parere dei genitori. È dimostrato che le prestazioni online o a domicilio sono un’ottima soluzione e potrebbero rivelarsi un sistema per tornare a far lavorare gli operatori senza gravare ulteriormente sulle casse statali e regionali.»
«Il rischio che in un centro per disabili possa scatenarsi un focolaio purtroppo non è da escludere – continua Plateroti – molti utenti sono anche immunodepressi, ma chiedere loro di rispettare le distanze di sicurezza è davvero arduo. Allo stesso tempo, con la sanificazione delle strutture, ormai al livello degli ospedali, molte associazioni si ritroverebbero con budget molto ridotti e costrette, loro malgrado, a tagliare alcuni servizi. In questi mesi sono oltre 200 le famiglie che abbiamo supportato con terapie a distanza e grazie a oltre cento professionisti impagabili. Si tratta di un periodo di emergenza, ma crediamo sia l’unica strada percorribile fino a quando non ci sarà una cura o un vaccino.»
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