L’Earth Day, promosso inizialmente dal presidente John Fitzgerald Kennedy, è una giornata in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Si celebra il 22 aprile e coinvolge ogni anno fino ad un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo.
L’Earth Day: l’emergenza Covid-19 ha impedito una celebrazione tradizionale dell’evento, limitandoci ad organizzare seminari online su tematiche ambientali. Seppure il non poterci unire insieme in piazza in questa occasione ci rattristi, possiamo tirare un sospiro di sollievo ragionando sul fatto che l’immobilità umana sia momentaneamente il migliore regalo che la nostra Terra potesse ricevere in questo giorno a lei dedicato.
L’Earth Day: a oggi il sito di analisi sulla crisi climatica Carbon Brief stima che nel 2020 ci sarà un calo delle emissioni di Co2 del 5% causato da questa emergenza sanitaria.
Sebbene ciò risulti positivo, è opportuno ricordare che per raggiungere l’obiettivo degli accordi di Parigi (limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali) le emissioni dovrebbero calare del 6 % per tutto il prossimo decennio. Questa affermazione aiuta a comprendere il reale impatto dell’attività umana, che negli ultimi anni ha prodotto uno stock fisso di emissioni nocive che sarà difficile da abbattere rapidamente.
Dunque mentre siamo a casa a far fare un grande respiro al nostro Paese febbricitante e al nostro meraviglioso Pianeta possiamo dedicarci a ripensare alle nostre frenetiche abitudini di vita e alle nostre deviate scelte di consumo e chiederci se realmente la normalità di cui tanto sentiamo la mancanza sia compatibile con le esigenze di una situazione climatica ed energetica al limite.
Alessia Pasotto, laureanda in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo.
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