Il distretto della Asl Roma Tre è l’unico faro che illumina un intero quadrante di Casalbernocchi, all’altezza di Via di Ponte Ladrone. La mancanza di luce ha facilitato il compito degli incivili che, nonostante l’emergenza sanitaria, continuano a scaricare rifiuti ai lati della strada.
Cumuli di rifiuti scaricati vicino alla ASL Roma 3
Cumuli di immondizia sparsi ai lati della strada e aldilà delle recinzioni private. E’ quello che accade nei dintorni del distretto della Asl Roma Tre di Casalbernocchi, dove ignoti, approfittando della mancanza di illuminazione di Via di Ponte Ladrone e arterie limitrofe, scaricano quotidianamente montagne di rifiuti. Fa specie constatare che mentre all’interno della Asl si lavori per sanificare gli ambienti, vista l’emergenza Coronavirus, all’esterno la pratica incivile non si arresti affatto.
“Stanno continuano ogni sera, approfittando del buio, a lanciare dalle macchine sacchetti dell’immondizia – fa sapere un cittadino – ho fatto diverse segnalazioni, 121 per la precisione, ma nulla è stato ancora fatto. Per tutta risposta, hanno chiuso le segnalazioni, ma hanno fatto ben poco. Su tutte le segnalazioni inviate – prosegue – ci saranno stati quattro interventi non risolutori. Il vero problema è che da agosto del 2018 l’illuminazione che vediamo qui intorno è saltata. Non si sa qual è il motivo, l’ingegnere della Decima ci ha detto che questi trenta lampioni intorno alla ASL Roma D3 non sono gestiti nè da Acea nè da Areti. Abbiamo scoperto da persone che lavoravano in Comune che fanno parte di un consorzio, che ancora non è stato trovato”.
Il problema della sicurezza a causa della scarsa illuminazione
Effettivamente al calar del sole Via di Ponte Ladrone cade nell’oscurità. I fari della Asl sono l’unica fonte di illuminazione nell’arco di diversi metri. Oltre allo scarico di rifiuti, I residenti lamentano anche un problema di sicurezza.
“Dal civico 162 al 311 mancano otto lampioni. – aggiunge il residente di Casalbernocchi – Anche di questo ne abbiamo parlato, c’è la possibilità di metterli, ma fino ad ora non è stato fatto nulla. Sono sempre preoccupato quando i miei ragazzi tornano a casa perchè non abbiamo luce nè illuminazione, quantomeno come deterrente”.
Nell’attesa del ripristino dell’illuminazione e dell’installazione degli otto lampioni mancanti, la speranza e’ che questa incivile pratica cessi il prima possibile… Non fosse altro per limitare il rischio di contagio da Covid-19. Secondo recenti studi, infatti, sembrerebbe che il virus resti in vita negli oggetti per diverse ore. Nel cartone, ad esempio, circa 24 ore, mentre per osservare un completo azzeramento dell’infettività sulla plastica sarebbero necessarie fino a 72 ore.