Il Campidoglio ha annunciato che ai gestori dei 166 nidi privati convenzionati di Roma non verranno rimborsate le quote di pagamento normalmente corrisposte dalle famiglie. Si tratta del denaro che i genitori versano in base al proprio Isee, in media 300 euro mensili: moltiplicati per i seimila posti disponibili si arriva a un milione e 800mila euro soltanto per il mese di marzo. Le singole strutture riceveranno soltanto la quota del Comune per le prestazioni rese in altra forma – come ad esempio le attività educative a distanza – e un’ulteriore somma per il mantenimento dei plessi.
Molti nidi, che comunque continuano a sostenere i costi di locazione e quelli relativi al personale, rischiano dunque di non riaprire. “L’amministrazione dimostra di non tenere ai servizi educativi – ha commentato Cristina Ragaini dell’associazione Onda Gialla, che rappresenta circa 50 convenzionati – e quando l’emergenza sarà passata i genitori non sapranno a chi affidare i propri figli”. Dello stesso avviso Goffredo Sepiacci, presidente regionale Aninsei Confindustria, che dichiara: “Non capiamo perchè Roma Capitale non faccia ricorso ai fondi, già in bilancio, come hanno fatto altri comuni nel nord italia. Nel decreto del 17 marzo viene indicato all’amministrazione il compito di pagare gli asili. Invece, per risparmiare pochi soldi si mette in crisi un intero settore”. Intanto, sul sito istituzionale di roma capitale sono state pubblicate le informazioni relative alla proroga per completare le iscrizioni ai nidi per l’anno 2020-2021. La domanda dovrà essere presentata online entro il 10 aprile, mentre per le riconferme dei frequentanti c’è tempo fino al 30 aprile.